Secondo i ricercatori del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, coordinati dal prof. Paolo Zamboni, la compressione del muscolo omoioideo (OM) sulla vena giugulare interna (IJV) costituisce una possibile causa di ostruzione venosa. Lo studio descrive 6 casi di CCSVI che presentavano un intrappolamento OM della IJV che impattano sulle strategie terapeutiche. Vengono riferite le pertinenti conseguenze anatomiche, fisiopatologiche e cliniche.
Sei pazienti con CCSVI che avevano subito un trattamento di angioplastica percutanea transluminale (PTA) presentavano segni clinici e di imaging di recidiva a 1 anno di follow-up. La valutazione ecocolordoppler e la flebografia con risonanza magnetica hanno coerentemente individuato un intrappolamento OM della IJV. Sono stai eseguiti la resezione chirurgica dell’OM e l’angioplastica venosa. Sono stati registrati i dati di follow-up clinico, neurologico e di imaging.
L’esplorazione chirurgica ha confermato la compressione estrinseca della IJV dall’OM. Sono state osservate varianti anatomiche sullo stesso muscolo. A un anno di follow-up medio la procedura chirurgica ha portato ad un miglioramento del flusso della IJV da un pre-operatorio di 52.6+32 mL/min a un post-procedurale di 403.6+141.9 (p=0.0079). Il punteggio medio di disabilità neurologica (EDSS) è migliorato da 3 a 2,5.
Secondo gli autori, la compressione OM sulla IJV può influire sul decorso clinico e terapeutico della CCSVI. Diversi aspetti anatomici e fisiopatologici hanno bisogno di ulteriori indagini. Tale condizione può causare il fallimento della PTA e deve essere considerata in fase pre-operatoria. La chirurgia a cielo aperto sembra offrire un’opzione terapeutica efficace.
Fonte: http://www.minervamedica.it/it/riviste/international-angiology/fascicolo.php?cod=R34Y2013S01
COMMENTO:
Questi primi dati offrono una possibile spiegazione delle frequenti cause di fallimento dei trattamenti di angioplastica (PTA) per la CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla. Sono necessari ulteriori dati degli studi in corso ma sarebbe opportuno attendere i risultati prima di sottoporsi a PTA o quantomeno rivolgersi a strutture sanitarie pubbliche o convenzionate con il SSN per evitare di pagare per un intervento ancora sperimentale.