Sclerosi Multipla: una risposta al presidente di Fism-Aism sul Metodo Zamboni

Creato il 31 marzo 2012 da Yellowflate @yellowflate

Il potente presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism) nonché direttore generale della collegata Aism, nell’imbararazzato tentativo di difendere lo studio multicentrico  profeticamente denominato “Cosmo” sull’incidenza dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) nella sclerosi multipla, da cui si era dissociato già nel 2010 lo scopritore della CCSVI, l’italiano prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), ha concesso un’intervista dal consueto tono autoreferenziale al sito “Salute 24″ della testata “Il Sole 24 Ore”.
Nessuna particolare novità dal ripetitivo bla bla bla che ne esce, ma merita forse fare qualche breve considerazione su alcune inesattezze affermate.
Nella prima risposta quando fa riferimento agli studi “a favore” ed a quelli “contro” il Presidente si dimentica di spiegare che quest’ultimi sono stati pubblicati in tempi insolitamente rapidi per la ricerca da team di neurologi, pregiudizialmente ostili all’ipotesi di Zamboni, che hanno applicato un protocollo difforme da quello necessario per una corretta diagnosi della CCSVI.
Inoltre, quando il Presidente con malcelato orgoglio afferma che la CCSVI “potrebbe essere presente in una bassa percentuale di persone o addirittura potrebbe non esistere…” si dimentica di riferire che recentemente è stato pubblicatro sulla rivista medica Functional Neurology (che non è certo Topolino…) uno studio flebografico (vero gold standard per la diagnosi della CCSVI) su ben 586 pazienti, dove sono state trovate anomalie venose nel 96,1% dei casi esaminati (!) confermando che le patologie venose sono fortemente associate alla sclerosi multipla.
Continuando a negare una possibile correlazione tra CCSVI e SM ovviamente passa poi direttamente a propagandare lo studio Cosmo di Aism, omettendo di riferire dei contrasti con il prof. Zamboni sui difetti del protocollo Aism e soprattutto del fatto che nell’ottobre scorso, a studio ancora in corso ed in barba ai proclami come esso venga condotto “in doppio cieco”, l’Aism ha dichiarato alla stampa “A oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati”.
Secondo alcuni esperti di metodologia della ricerca queste dichiarazioni potrebbero costituire un grave “bias di ricerca” in grado di invalidare lo studio Cosmo, essendoci ampie tracce di dichiarazioni fatte anzitempo in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).
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Fa poi veramente sorridere l’orgogliosa citazione della sezione sulla CCSVi nel sito dell’Aism dove purtroppo sono invece stati omessi alcuni recenti studi che hanno confermato una correlazione tra la CCSVI e la SM e dove il Presidente (che non risulta essere uno specialista del campo vascolare) azzarda addirittura una sua libera interpretazione dello studio pubblicato su Radiology dal Dr. Marcello Mancini di Napoli, dimenticando che eventuali commenti in letteratura scientifica vanno indirizzati alle stesse riviste che poi valutano se pubblicarli sulla base della loro fondatezza.
Nella sua terza risposta quando parla riferendosi allo studio multicentrico Brave Dreams promosso e finanziato dalla Regione Emilia Romagna dimentica ovviamente di riferire che l’Aism aveva più volte promesso un finanziamento che poi è stato negato sulla base di un parere del comitato scientifico di Aism (partorito dopo sei mesi…), in cui alcuni importanti componenti hanno dei potenziali conflitti d’interessi per via dei loro rapporti con le case farmaceutiche.
Non parla infine delle richieste da parte delle principali società scientifiche di effettuare studi interventistici sull’argomento (vedasi ad esempio quanto emerso durante l’ultimo meeting della Società di Radiologia Interventisticaa San Francisco).
Ma non importa, il pensiero di Aism sulla CCSVI ai malati di e alle loro famiglie è ormai ben noto ma gli antichi dicevano “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.

Fonte: http://salute24.ilsole24ore.com/articles/14207-sclerosi-multipla-battaglia-fism-abbiamo-bisogno-di-dati-credibili-avanti-con-la-ricerca?refresh_ce

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