Secondo il prof. Zamboni la rivista The Lancet ha pubblicato nel gennaio scorso l'articolo di Traboulsee e altri " Prevalence of extracranial venous narrowing on catheter venography in people with multiple sclerosis, their sibilings, and unrelated healthy controls: a blinded, case control study" (Prevalenza di restringimenti venosi extracranici alla flebografia con catetere su persone con sclerosi multipla, sui loro fratelli e sui controlli sani non imparentati: uno studio in cieco caso-controllo). Questi autori hanno confermato la presenza dell'insufficienza venosa cronica cerebrospinale con una elevata prevalenza di circa il 70% della popolazione canadese, ma senza differenze significative tra pazienti e controlli sani. Tuttavia, per valutare le stenosi hanno usato un criterio mai pubblicato, in alternativa alla classica misurazione del diametro nel segmento immediatamente precedente il punto più stretto. Traboulsee e altri misurano la stenosi su tutta la lunghezza della vena giugulare interna, confrontando il diametro massimo con il punto più stretto. È stato dimostrato, dai risultati anatomici sui normali, come il diametro del bulbo giugulare supera normalmente il 50% del diametro minimo della vena giugulare interna, dimostrando chiaramente il motivo per cui Traboulsee e altri non hanno trovato differenze significative tra le persone con sclerosi multipla, i loro fratelli e i controlli sani non imparentati. Inoltre, come risultato della misurazione di Traboulsee e altri, la parete della stenosi è una parte trascurata di ostruzione venosa primaria, perché nella maggior parte dei casi di ostruzione è la conseguenza di ostacoli intraluminali, come parte considerevole delle malformazioni venose tronculari, e/o compressioni; raramente da ipoplasia esterna. Infine, diversi metodi recentemente pubblicati possono essere adottati per la valutazione obiettiva del flusso giugulare ridotto in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale, per mezzo dell'imaging di risonanza magnetica non invasiva, ecografia e pletismografia. Questo ci può aiutare a migliorare la valutazione del ritorno venoso cerebrale nel prossimo futuro.
Fonte: http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2014.4195