Scommettiamo che il nuovo welfare verrà dalle cooperative?

Creato il 02 dicembre 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Innovare vuol dire anche trovare nuovi modi per organizzarsi. Nel prossimo futuro è dal mondo delle cooperative che potrebbero arrivare le innovazioni più interessanti. Per chi sa leggerli, i segnali ci sono già. Vuoi scommettere? Ti elenco tre situazioni da tenere in considerazione.

1    Il nuovo welfare sarà delle cooperative 

Le innovazioni portano a nuove organizzazioni. Le nuove organizzazioni portano innovazione. Il prossimo venerdì 4 dicembre si terrà a Sanremo un incontro sul futuro delle cooperative in ambito sanitario. E dov'è la novità? Bene, la novità è che il welfare è una delle questioni più spinose degli ultimi anni. Welfare statale contro welfare aziendale. Lavoratori subordinati contro il resto del mondo, soprattutto contro i lavoratori autonomi che, se vogliono il welfare, devono provvedere da sé. Il Jobs Act dei lavoratori autonomi (ne parlavamo in questo articolo) sposterà le cose su un altro piano. Sarà lo Stato – che finalmente sembra accorgersi del lavoro in proprio – a prendersi cura di loro. Fattibile? No, a meno che non si realizzi una rete di professionisti privati della sanità uniti secondo lo schema della sussidiarietà orizzontale.

Le cooperative puntano a questo: cooperazione come mezzo per fornire e scambiare con il territorio servizi socio-sanitari nella logica della cooperazione sociale. Medici, farmacisti, infermieri, terapisti integrati in Ospedali di Comunità, per fornire al cittadino servizi integrati, funzionali, accessibili e a costi calmierati – ad abbassare il prezzo è il fatto che difficilmente si possono replicare strutture così professionalizzate. 

L'idea di FederazioneSanità ricorda l'olacrazia di cui ti parlavamo qualche settimane fa: un «sistema interconnesso di presa in carico e di assistenza del paziente». Un po' come dovrebbero essere i servizi al lavoro. Ecco qua gli ingredienti di base del nuovo welfare. Una rete dove la persona è al centro di tutto.

2    Le cooperative vincono la sfida della sharing economy 

La conosci, vero, la rivoluzione della sharing economy? Se ne stanno occupando un po' tutti: noi (qui), il prof. Ichino (in questo articolo) e molti altri. Le cooperative vinceranno la sfida di continuare ad (r)esistere al cambiamento che mette paura alle imprese societarie. Non sto dicendo solo che i lavoratori autonomi, gli smartworker, e i lavoratori dell'economia della condivisione troveranno benefici nelle cooperative – sicuramente poter contare su cooperative della salute li aiuterà molto – ma sto anche dicendo che le cooperative stanno iniziando a capire questa economia anziché temerla.

«Condividere beni e servizi, promuovere l’accesso piuttosto che il possesso, creare reti e relazioni basate sulla fiducia, su legami di comunità e senso di appartenenza. Sono questi i capisaldi della nuova economia e da sempre tratti distintivi della cooperazione, alcuni dei valori su cui si fonda la nostra storia». Le parole che ti ho riportato sono di Marco Lusetti, presidente di LegaCoop dal febbraio 2014 – prima di lui c'era un certo Giuliano Poletti…

Lusetti ha parlato anche della nuova aggregazione di cooperative che si creerà nel 2017: l'Alleanza delle Cooperative Italiane. Questa andrà a riunire Legacoop, Confcooperative e Associazione generale cooperative Italiane: «un bacino che comprende circa 42 mila imprese, con oltre 12 milioni di soci, circa 1 milione e 200 mila occupati e un fatturato aggregato di 140 miliardi di euro».

3    Le cooperative fanno girare l'economia anche in tempi di crisi

Tutto il così detto Terzo Settore è in fermento, in realtà. Delle nuove potenzialità del volontariato, che cresce e va oltre il semplice volontarismo, abbiamo già parlato. Ma sai quante sono le cooperative in Italia? Te lo dice l'Eurisce: sono 67.062. Nel 2013 hanno fatturato 90,7 miliardi di euro e assunto a tempo indeterminato il 68% dei loro lavoratori. Ben prima degli sgravi del Jobs Act. La loro resilienza, la capacità di resistere e adattarsi ai tempi, è testimoniata dai tassi di crescita: tra il 2008 ed il 2013, nei consorzi la produzione è cresciuta del +16,9%, mentre nelle cooperative del +14%. E anche loro sono state colpite dalla crisi. Pesantemente, anche!

E cooperativa è femminile singolare. Una su quattro è guidata da donne.

Welfare, sharing economy e crescita. Più guida femminile e grandi alleanze. Vuoi capire dove sta andando l'economia? Stai attento a dove vanno le cooperative.

Simone Caroli