Per il dissolvimento degli stati nazionali. Una volta i confini venivano usati per giustificare le guerre. Francia contro Austria, Germania contro Polonia, Italia contro Trieste e avanti così. Ora che le guerre non si fanno più, l’unica giustificazione razionale dei confini sono le competizioni internazionali di calcio.
La geopolitica è ironia. Per ironia, il calcio è anche la rappresentazione teatrale che più di tutte irride la sovranità nazionale. Gli stadi sono territori sottratti alla giurisdizione italiana, ad esempio. Nelle aule di giurisprudenza si insegna che nei moderni stati occidentali il monopolio della violenza è conferito per legge allo stato. Quello che è successo a Delio Rossi dimostra che la giurisdizione italiana e la Digos non hanno nessun monopolio con riferimento alla violenza di un uomo giusto. Questo è un bene.
E’ giusto che Delio Rossi le abbia suonate a quel fighetto che gli insultava il figlio per una sostituzione (giusta, peraltro). Che questo sia avvenuto davanti o dietro le telecamente poco importa. La violenza dovuta a solitudine e tristezza è sempre giustificabile. Delio Rossi venga riconosciuto a livello internazionale come un filosofo, come un eroe della patria. A lui si dedichino statue, piazze e un blog che parla di comunicazione. Siccome la patria non esiste, Delio Rossi venga riconosciuto almeno come un uomo libero, come colui che ha portato alla perfezione un ruolo di educatore che va ben oltre quello di semplice commissario tecnico. Si ignori Sconcerti e ci si inchini all’unico esempio al mondo di commissario Tekné.