Sconto sì sconto no
Creato il 08 agosto 2011 da Nicky
@NickysBooks
Scrivo questo breve post per chiarire la mia posizione a proposito della legge appena approvata dal Senato italiano che fissa a 15% il tetto massimo di sconto applicabile ai libri. Parto da una piccola premessa: lungi da me voler difendere una qualsivoglia legge varata da questo folle governo che disapprovo in toto e non volendone nemmeno fare una questione politica cercherò di essere il più obiettiva possibile. La legge, come detto poc'anzi, fissa un tetto massimo di sconto del 15% sui prezzi di copertina e del 25% per le campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori, e sarà in vigore a partire dal 1 settembre.Ribattezzata anche Anti-Amazon, questa legge dovrebbe in linea teorica tutelare i piccoli librai che sempre più stanno soccombendo sotto la spietata concorrenza delle grandi catene e soprattutto dei grandi negozi on-line (uso il condizionale perché in questo paese è d'obbligo visto come vanno di solito le cose), per questo motivo mi sento di approvarla. Da anni inseguo il sogno di poter aprire una mia libreria, sogno che ho praticamente abbandonato perché così come è adesso il mercato editoriale avrei vita brevissima; inseguendo questo sogno però ho frequentato diversi corsi, sia per il mestiere di libraio sia per il lavoro in editoria e grazie a loro ho avuto modo di imparare tantissime cose che stanno dietro a questo mondo. Ad esempio quante persone lavorano affinché un libro possa uscire in libreria, motivo per il quale spesso i prezzi di copertina ci sembrano esorbitanti. Tuttavia il mio timore è che questa legge possa (e so che succederà) riversarsi solo ed esclusivamente sul consumatore, affossando ancora di più un mercato già instabile. Io credo fortemente nel libero mercato, per questo vorrei che accanto alle varie Feltrinelli, FNAC, Mondadori e così via potessero continuare a vivere i vari piccoli librai, perché ognuno di questi operatori apporta qualcosa di buono al settore dei libri, ma in questo preciso momento il mercato è falsato, pende tutto a favore dei grandi gruppi. Ora, la mia domanda è: servirà questa legge a bilanciare le cose? Oppure danneggerà tutti quanti? In Francia, ad esempio, il tetto massimo di sconto è fissato al 5%, eppure i francesi leggono molto più di noi. In questo paese però (ed è questo il problema più grave) manca completamente una politica di sostegno alla cultura: qui chi legge è uno sfigato, un perditempo, chi lavora in ambito culturale è generalmente considerato un "fancazzista" (scusate il francesismo). Manca, è davvero il caso di dirlo una cultura alla cultura, (passatemi il gioco di parole) e in questo contesto una tale legge diventa un'arma a doppio taglio. Non sarebbe forse il caso di risolvere il problema a monte? Fare in modo che i libri escano direttamente dalle case editrici con prezzi più bassi? Magari abbassare ulteriormente l'IVA o eliminarla del tutto? Aiutare le piccole librerie e le piccole case editrici con incentivi e facilitazioni per spezzare così il monopolio dei grandi gruppi? Forse sarebbe anche il caso che le case editrici, soprattutto i colossi del mercato, perseguissero piani editoriali un po' diversi da quelli attuali, cercando magari di variegare maggiormente l'offerta e smetterla di continuare a propinarci le solite cose, i soliti libri tutti uguali. Forse una maggiore attenzione al "prodotto libro" permetterebbe davvero di abbassare i prezzi ed elevarne la qualità.In conclusione ritengo che questa legge abbia buonissimi propositi, ma se non verrà supportata da una adeguata politica che investa realmente nella cultura servirà a ben poco, ma anzi farà solo danni!Voi cosa ne pensate di questa legge? Dite la vostra! Fatevi sentire!
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