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Scontri in Gran Bretagna: la chiave di lettura di Leonardo Maisano

Creato il 10 agosto 2011 da Elvio Ciccardini @articolando
Scontri in Gran Bretagna: la chiave di lettura di Leonardo MaisanoTra i tanti articoli che sono stati scritti a commento sugli scontri di questi giorni in Inghilterra, interessante è quello pubblicato su ilsole24ore di Leonardo Maisano, dal titolo "Dietro la violenza: giovani senza futuro".
Secondo il giornalista è errato tentare di spiegare quanto sta accadendo mettendo in discussione il modello multiculturale e riducendo il tutto ad un problema razziale. Troppe cose sono cambiate.
Questi giovani incappucciati, annoiati e senza futuro, impongono di rivedere e ripensare il modello educativo. In Inghilterra esistono giovani estromessi dal mercato del lavoro ed esclusi da qualsiasi circuito formativo. I figli dei diseredati vivono di sussidi, come i loro genitori ed i loro nonni. Se il sistema non cambia, forse, vivranno di sussidi anche i loro figli.
La crisi ha imposto l'applicazione di politiche rivolte a ridurre la spesa pubblica. Ma si è andati a tagliare dove non si doveva. Si sono verificati casi in cui si è arrivati alla sospensione di due terzi dei programmi sociali per i giovani. Chi nulla aveva, con nulla è rimasto. Speranza compresa.
Secondo la chiave di lettura di Maisano, è l'eccessiva vicinanza e contrapposizione tra ricchezza e povertà, la vera bomba che ha scatenato questa rivolta sociale. Ed è questa la chiave di lettura con cui il problema deve necessariamente essere affrontato. "Ad accendere la miccia è sempre la negazione della speranza, da Tottenham a Ealing".
E' per questo che, conclude, è "L'educazione nella forma più semplice di pubblica istruzione è una risposta, non l'unica, ma la più importante".
Si potrebbe aggiungere che, in ogni caso, siamo nel campo delle politiche pubbliche, economiche e sociali. La crisi costa ai ceti medi e costa ancor di più ai ceti popolari, che già non hanno nulla. Questa crisi economica non tocca, salvo che per le briciole, chi ha posizioni di rendita e chi ha capitali alle spalle, ben conservati.
Lo stesso accade in Italia. Di fronte alle misure imposte dall'Unione Europea, oggi annunciate, con buona probabilità dal governo, non si parlerà di pensioni, ne di patrimoniale. Il veto alle prime proviene dalla Lega e dall'opposizione. Il veto alla seconda proviene direttamente dal premier.
Considerando che i contributi versati dai pensionati di oggi, già sono stati bruciati dal sistema, senza che nessuno, nemmeno i diretti interessati, muovessero un dito, affinché ciò potesse essere evitato, chi dovrebbe "lavorare" per garantire loro un diritto acquisito? I giovani! Che di per se devono fronteggiare un mercato del lavoro incerto, con una regolamentazione che nega diritti, più di quanto si sia mai verificato a storia di repubblica. Le colpe dei padri ricadono sui figli.
In pratica, le uniche vie per una soluzione equa delle contingenze della crisi economica e finanziaria, sono, a priori, scartate. Non si tutela, in alcun modo, l'unica risorsa umana, capace di poter dare un impulso concreto, alla rinascita di un sistema infranto. Il fatto è che l'unica soluzione che tutti i governi stanno adottando, che coincide con l'unica vera politica pubblica condivisa, è togliere speranza e futuro a chi ancora potrebbe averne. Che senso ha?

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