Le violenze avvenute ad Istanbul ed Ankara hanno suscitato il disappunto dei politici europei. Il processo di adesione all’UE di Ankara era stato bloccato tre anni fa, poichè sono venuti a mancare i passi avanti richiesti durante i negoziati. Una simile oppressione da parte del governo turco nei confronti dei cittadini, potrebbe dunque aggiungersi alla lista di fattori che potrebbero chiudere definitivamente ogni apertura da parte dell’ Europa.
Dopo che a Bruxelles venne redatta una risoluzione che condannava le violenze di Piazza Taksim, il premier turco Recep Tayyp Erdogan, affermava di non riconoscere alcuna decisione presa dall’Europarlamento sulla Turchia. In realtà, venne chiaramente espressa la preoccupazione di tutte le forze politiche per l’uso sproporzionato della forza da parte della Polizia. Veniva, inoltre, sottolineato il timore che venisse a deteriorarsi la libertà di stampa.
La risposta di Erdogan alla risoluzione ha contribuito ad incrinare i rapporti tra Ankara e Bruxelles, ma sono state le parole di Egmen Bagis ad aggravare maggiormente la situazione: «Se saremo costretti, siamo pronti a dire all’Europa di andarsene e quel paese», ha affermato il ministro turco agli Affari Europei.
Mentre Angela Merkel afferma di essere “shockata” per le violenze avvenute contro i manifestanti, Emma Bonino fa sapere che il suo punto di vista è quello di assumere un atteggiamento di apertura, al fine di portare la Turchia a rispecchiare gli standard europei riguardanti i diritti civili: «Non è il momento di chiudere la prospettiva europea di Ankara, semmai è il momento di rilanciarla, aprendo, oltre al capitolo sulle politiche regionali, anche quelli sui diritti fondamentali e sulla giustizia».