Il sito. La sepoltura ipogea, scavata nel terreno naturale, presenta un ambiente a pianta rettangolare di circa 5 m.q., parzialmente interrato da movimenti franosi. Al suo interno sono visibili due grandi sarcofagi, uno dei quali recante una lunga iscrizione etrusca, riferibile all’identità del defunto, oltre a due urne cinerarie con personaggio maschile recumbente. Il materiale impiegato per la realizzazione di queste ultime, che sembrano rivelare una buona fattura, è il travertino alabastrino, una pietra bianca con venature e tessitura fine. Al momento non è possibile stabilire se la tomba abbia subito intrusioni, dato che il pozzetto, dove generalmente si rinviene il corredo, risulta ancora ricoperto di terreno. Analogamente, una lettura più accurata dei sarcofagi e delle urne sarà possibile dopo aver rimosso lo strato di terreno che ancora le sommerge per metà. Nei prossimi giorni inizieranno le fasi dello scavo, con conseguente recupero dei materiali, che da un primo esame sembrano suggerire la datazione al III sec.a.C.
Le operazioni e i volontari. Il Comune di Città della Pieve attraverso il proprio ufficio ai lavori pubblici predisporrà il piano operativo di sicurezza del sito archeologico. Volontari della Protezione Civile e gli operai del Comune aiuteranno nelle operazioni. Sempre dal Comune è stato organizzato un gruppo di lavoro di archeologi volontari del territorio (dott.ssa Silvia De Fabrizio, dott.ssa Francesca Bianco, dott.ssa Benedetta Droghieri, dott.ssa Andrea Pagnotta), il tutto avverrà sotto il coordinamento dei responsabili della Soprintendenza ed avverrà nel contesto del progetto Beni Comuni già attivo a Città della Pieve.
Sinergie e prospettive. “Siamo consapevoli di trovarci di fronte ad una grande opportunità per Città della Pieve – spiega il sindaco Fausto Scricciolo – Da subito abbiamo dato la massima disponibilità di collaborazione alla Soprintendenza e il tutto si sta svolgendo in un clima realmente cooperativo. Siamo anche lieti di aver mostrato alla Soprintendente il Museo di Santa Maria dei Servi che ha colpito favorevolmente per una futura possibilità di ospitare i magnifici reperti rinvenuti. Ringrazio fin da adesso, per quanto stanno facendo, i carabinieri e il comandante della nostra Municipale Giuseppe Padricelli”.
Restituire al pubblico questa “meraviglia”. “L’attenzione e la tanta curiosità suscitata dal ritrovamento ci spinge a cercare di restituire al più presto i reperti agli occhi del pubblico – spiega l’assessore alla cultura Carmine Pugliese – Questo ritrovamento va ad arricchire il già ingente patrimonio artistico di Città della Pieve. Sono moltissimi gli attestati di entusiasmo per il ritrovamento che ci arrivano in queste ore compresi quelli autorevoli dell’On. Silvia Costa presidente della Commissione Cultura al Parlamento Europeo e dell’assessore alla cultura della Regione Umbria Fernanda Cecchini”.
Tutte le redazioni interessate ad effettuare riprese o foto sul sito possono inviare una mail a marco.saioni@beniculturali.it per la richiesta di autorizzazione e prendere contatti con questo ufficio comunicazione@cittadellapieve.org 3336048342 (Sara Minciaroni) per l’organizzazione della visita.