Scoperti alcuni vantaggi della dislessia

Da Rossellagrenci
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Ancora notizie riguardanti i punti di forza dei dislessici; arrivano, manco a dirsi, dall’America. Nulla di straordinariamente nuovo per me che nel mio libro Le Aquile sono nate per volare ho già illustrato questa caratteristica: la globalità della visione. Interessante è vedere come viene sfruttata questa caratteristica da un gruppo di dislessici:

Ma per capire di cosa sto parlando potete leggere l’articolo uscito qualche giorno fa su L’internazionale, di cui riporto una parte:

La psicologa Catya von Károlyi, dell’università del Wisconsin di Eau Claire, ha scoperto che i dislessici impiegavano in media 2,26 secondi per definire impossibili o possibili delle immagini alla Escher semplificate, mentre in genere i lettori tipici avevano bisogno di un terzo del tempo in più.
Ma come si traducono queste abilità nella vita di tutti i giorni? Pur essendo presenti in tutte le professioni, dal settore medico a quello legale, le persone dislessiche sono più frequenti in campi come quello dell’arte e del design. Per studiare e spiegare i punti di forza dei dislessici, cinque anni fa è stato fondato lo Yale center for dyslexia and creativity, mentre il Laboratory for visual learning dell’Harvard-Smithsonian center for astrophysics, creato sette anni fa, sta esaminando i vantaggi della dislessia nei rami della scienza in cui si usa molto la vista. Un paio di esperimenti condotti dall’équipe del direttore del laboratorio Matthew Schneps, pubblicati nel 2011 sul Bulletin of the American Astronomical Society, indicano che la dislessia potrebbe essere un vantaggio per i ricercatori del suo settore, che devono dare un senso a enormi quantità di dati visivi. Nel primo studio Schneps ha riferito che dopo aver osservato le segnature – i grafici delle onde radio provenienti dallo spazio esterno – gli astrofisici con la dislessia hanno a volte superato i colleghi nell’individuazione degli schemi che indicano la presenza dei buchi neri. Nel secondo studio Schneps ha sfocato volutamente alcune foto, riducendone i dettagli in modo da farle somigliare a immagini astronomiche. Poi le ha mostrate a due gruppi di laureandi: i dislessici sono riusciti a imparare e usare le informazioni contenute nelle immagini, mentre i lettori tipici non le hanno colte. Poiché la dislessia è definita una “disabilità dell’apprendimento”, questo esperimento è particolarmente importante, perché dimostra che in alcune situazioni le persone dislessi che sono più abili.
A prescindere dalle doti speciali conferite dalla dislessia, la difficoltà di lettura rimane comunque un ostacolo. Individuando le particolari attitudini dei dislessici, però, oltre a capire meglio il disturbo si potrebbe indirizzarne la formazione rimediando ai punti deboli e sfruttando i punti di forza.

Per leggere l’articolo intero lo trovate qui.

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