Scoperti i soprannomi delle Amazzoni

Creato il 05 gennaio 2016 da Kimayra @Chimayra

Coppa greca di III secolo a.C. con raffigurazione di amazzone a cavallo
il cui nome, secondo l'interpretazione degli studiosi, è "Degna di
Armatura" (Foto: J. Paul Getty Museum)

Su alcuni vasi greci sono stati decifrati i nomi delle mitiche donne guerriere, le Amazzoni. Inizialmente sembravano iscrizioni prive di senso, poi sono state correttamente interpretate.
Adrienne Mayor, della Stanford University e David Saunders, curatore presso il J. Paul Getty Museum, ipotizzano che le scritte trovate su una serie di vasi greci siano la traslitterazione fonetica dei soprannomi attribuiti alle Amazzoni nella lingua degli Sciti, un popolo nomade che spesso si confrontò con i Greci.
Le iscrizioni sono state sottoposte all'attenzione del linguista John Colarusso, esperto in lingue rare caucasiche. Il linguista, senza avere indicazione alcuna sul contesto in cui sono state trovate le scritte, le ha tradotte e ne è venuto fuori che si trattava di nomignoli quali "Principessa", "Fianchi Bollenti", "Non Fallire". Presto i risultati di questa interessante ricerca saranno pubblicati su una rivista di studi classici. E' notevole il fatto che proprio questo studio offrirà ai linguisti una maggiore comprensione della lingua parlata nel regno degli Sciti.
Gli artisti che decorarono i vasi cercarono di tradurre, in caratteri greci, il suono dei nomi sciti e questo ha fatto sì che si siano conservate le radici di una lingua molto antica ed altrettanto sconosciuta.
Per lungo tempo si è pensato che le Amazzoni fossero figure leggendarie finché gli archeologi non hanno scoperto sepolture scite di donne guerriere. Sui vasi greci esaminati, Colarusso ha individuato una donna arciere il cui soprannome era "Grido di Battaglia", una guerriera a cavallo chiamata "Degna di Armatura" e altri nomi che avevano una sfumatura piuttosto erotica.
La ceramica greca di VI e V secolo a.C. era una merce estremamente ricercata commerciata in tutto il Mediterraneo. I vasi venivano utilizzati come contenitori per il vino e le bevande protagoniste del simposio e delle feste. Solo poche raffigurazioni erano accompagnate da iscrizioni. I primi vasi con rappresentazioni di donne guerriere risalgono al 550 a.C.. Le donne erano raffigurate in abiti sciti, a cavallo e armate di archi e asce.