Il Museo di Amsterdam dedicato all’artista, ha annunciato proprio in questi giorni di avere scoperto un nuovo quadro di Vincent Van Gogh, in passato ritenuto un falso.
La paternità dell’opera, secondo quanto indicato dal museo, è stata appurata attraverso il minuzioso lavoro condotto da due esperti che hanno esaminato la tecnica utilizzata, i pigmenti del colore, lo stile e tutti gli indizi disponibili. Particolare attenzione è stata rivolta alla provenienza del quadro e ad alcune lettere scritte dal pittore stesso.
Prima di essere venduto, nel 1901, il dipinto faceva parte della collezione di Theo Van Gogh, fratello del pittore. L’opera, che sarà esposta dal 24 settembre, è un olio e misura 93,3 x 73,3 cm. Il periodo che il celebre pittore trascorse ad Arles, fu ricco di grande creatività. Fu proprio in Provenza che Van Gogh dipinse la sua opera più famosa, “I girasoli”, per la quale è conosciuto in tutto il mondo. “Una scoperta di questa importanza- ha commentato Axel Ruegel, direttore del museo- non era mai stata fatta nella storia della nostra esposizione”.
A quel punto, ritenuta non originale, la tela finì in una soffitta da cui è emersa solo negli anni Settanta. Ma risale al 1991 l’ultimo verdetto negativo sull’autenticità del quadro, emesso proprio dal museo Van Gogh di Amsterdam.
A consentire di ristabilire la verità, secondo le informazioni fornite dal museo, sono stati ora nuovi e più approfonditi accertamenti condotti grazie alla nuove tecnologie disponibili e a nuovi documenti emersi. A queste “prove” si è poi aggiunta la testimonianza dello stesso Van Gogh che, in una lettera inviata a suo fratello e datata 5 luglio 1888, descrive la scena che compare nel dipinto e afferma di non essere soddisfatto del suo lavoro.
Non vogliamo di certo intervenire in un giudizio che non ci compete, però, a ben guardare il quadro, dobbiamo ammettere che lo stile ricorda molto quello del pittore olandese.
Forse per anni è stato ignorato e nascosto in una soffitta, perché si tratta comunque di un paesaggio malinconico, mentre invece Van Gogh ci aveva abituati ai suoi colori brillanti che illuminavano le tele. Ai suoi magnifici girasoli. Quasi non avessimo voluto ammettere che, ad un certo punto forse, le angosce e le ansie esistenziali del pittore possano avere preso il sopravvento anche sulla sua visione della pittura.
È un quadro più “spento”, quello che i visitatori si troveranno davanti in questi giorni al museo di Amsterdam, più studiato e meno “sanguigno”. Ma non per questo meno autentico.
Written by Cristina Biolcati