Si tratta di un vero e proprio lago di magma quello che si è formato alla profondità di circa tre chilometri tra Napoli e Pozzuoli, al di sotto dell’area epicentrale della Solfatara. Pubblicata sulla rivista Scientific Reports, la scoperta si deve all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e al Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr) ed è basata su dati satellitari e Gps. Per monitorare costantemente il territorio flegreo, ma anche l’intera area vulcanica napoletana, i ricercatori hanno predisposto un sofisticato sistema per tenere sotto controllo l’evoluzione del magma e percepire il minimo elemento di trasformazione dell’attività sismica. Attraverso i satelliti e gli impianti Gps sarà possibile controllare da un capo all’altro il territorio a rischio. Facile prevedere l’importanza delle nuove tecniche per la prevenzione e la sicurezza di un bacino demografico ormai vastissimo (la nuova zona rossa dei Campi Flegrei comprende 750mila persone, penetrando sino al centro di Napoli). Lo studio consentirà di calcolare le modalità di risalita del magma nell’area epicentrale, rilevando deformazioni anche millimetriche della superficie terrestre.
Si tratta di un vero e proprio lago di magma quello che si è formato alla profondità di circa tre chilometri tra Napoli e Pozzuoli, al di sotto dell’area epicentrale della Solfatara. Pubblicata sulla rivista Scientific Reports, la scoperta si deve all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e al Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr) ed è basata su dati satellitari e Gps. Per monitorare costantemente il territorio flegreo, ma anche l’intera area vulcanica napoletana, i ricercatori hanno predisposto un sofisticato sistema per tenere sotto controllo l’evoluzione del magma e percepire il minimo elemento di trasformazione dell’attività sismica. Attraverso i satelliti e gli impianti Gps sarà possibile controllare da un capo all’altro il territorio a rischio. Facile prevedere l’importanza delle nuove tecniche per la prevenzione e la sicurezza di un bacino demografico ormai vastissimo (la nuova zona rossa dei Campi Flegrei comprende 750mila persone, penetrando sino al centro di Napoli). Lo studio consentirà di calcolare le modalità di risalita del magma nell’area epicentrale, rilevando deformazioni anche millimetriche della superficie terrestre.
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