Scorci di una Firenze non turistica ( parte seconda )

Da Simonetta

Due giorni di ferie  mi hanno permesso di continuare le mie escursioni, poco turistiche, per quelle zone di Firenze che conservano ancora il fascino dei quartieri abitati da veri fiorentini ed in particolare le mia attenzione si è concentrata sui  Mercati.
Per potere parlare dei mercati fiorentini è necessario fare alcuni riferimenti storici ed in particolare rifarsi a quel grande evento storico e urbanistico che è il trasferimento da Torino a Firenze della capitale del Regno d'Italia,costituitosi in forma unitaria nel 1860.
Ma cosa c'entrano i mercati  un tutto questo? C'è da ricordare che con Firenze capitale dell'Italia unita la popolazione cresceva e il Mercato Nuovo (o della Paglia, sotto la Loggia del Porcellino) era insufficiente, pertanto si decise  di crearne tre al posto di uno, approfittando dell'occasione per 'risanare' alcuni vecchi quartieri chiamati a Firenze "Camaldoli". Il mercato più grande sarebbe sorto in San Lorenzo, il Mercato delle erbe in Sant'Ambrogio e un altro ancora, demolito ai primi del '900, in San Frediano
Il mio percorso storico-culturale-gastronomico inizia dal Mercato di S. Ambrogio nel quartiere  di S. Croce, meno conosciuto di quello di S. Lorenzo, ma  a tutti gli effetti  il mercato dei fiorentini :  si svolge tutte le mattine, eccetto i festivi, sino alle due del pomeriggio. In parte all'aperto, con banchi di abbigliamento ed alimentari, ed in parte al chiuso, nell'edificio realizzato nel 1873 su progetto di Giuseppe Mengoni, autore tra l'altro del Mercato Centrale, è nato alla fine dell'800 come succursale di quest'ultimo; all'interno dell'edificio si trovano banchi di vendita di generi alimentari e punti di ristorazione a prezzi modici, frequentati non solo dai proprietari dei vari banchi ma anche da serie professionisti, tenuto conto che davanti al mercato sorge la facoltà di Architettura e poco distante si trova alcuni uffici giudiziari.Uno dei modi più singolari per raggiungere il mercato è quello di usare il bussino elettrico C, i cui soli otto posti sono per lo più occupati da anziane donnine o da meno anziane casalinghe fiorentine che lo hanno trovato molto comodo per evitare di muoversi a piedi. Entrare nella piazzetta del mercato è quasi come entrare in un paesino, le zone circostanti sono pedonali e la maggior parte delle persone si conoscono. Oltre ad essere una buona occasione se volete fare la spesa o comprarvi degli abiti usati o un paio di scarpe a poco prezzo, una visita a Sant'Ambrogio è senz'altro un'esperienza culturale vera perché potrete sentire gridare, scherzare, imprecare, ammiccare in un purissimo fiorentino.Tra gli ultimi banchi della frutta, ce ne sono alcuni di contadini che in primavera si colorano con deliziosi mazzi di fiori di campo. Se ne comprerete uno, non stupitevi se vi ci vengono messi insieme tre carote o un mazzetto d'agli...fanno per arrotondare.

Ultimi scampoli d'estate e ....... primi colori dell'autunno




Se vi interessa comprare tortelli di pasta fresca, salse per crostini, buoni formaggi e salumi fate un salto all'interno del mercato dalla "Bottega dell'Augusta",.

 Per delle buone bistecche alla fiorentina andate dal macellaio "Falsettini". Questo, tra l'altro, è l'unico macellaio di Firenze che vende la carne alla comunità ebraica ... se ci fate caso, vedrete da una parte la stella ebraica a segnalare che lì si trova la carne come richiedono i dettami di quella religione.
A proposito di civaie ...... da tutto il mondo



Il mercato più conosciuto di Firenze è senza dubbio è il Mercato Centrale S. Lorenzo, nell'omonimo quartiere che, come ho detto, deve la sua progettazione con Firenze capitale del nuovo regno d'Italia.Per realizzare questa struttura di destinazione in fondo popolare, Firenze si prese la soddisfazione di ingaggiare Giuseppe Mengoni, lo stesso architetto che aveva progettato poco prima la passeggiata snob dei milanesi, la Galleria Vittorio Emanuele II.Il risultato fu notevole. Mengoni seppe infatti integrare perfettamente il nuovo con l'antico, unendo una parte esterna quasi classica con strutture interne quasi liberty. Il "capannone" in ghisa e vetro, luminosissimo, era infatti poggiato su un'ampia base quadrata in pietra costituita da una loggia di 10 arcate classiche per ogni lato, snelle e rivestite di bugnato come il vicino palazzo dei Medici. Un'eco rinascimentale che accompagna senza scosse l'occhio del passante dalla strada fino alla sommità del capannone, dove invece trionfano il colore rosso e i materiali del nuovo secolo.
 La funzionalità della costruzione è particolarmente evidente dall'interno, dove la luce filtra abbondante dagli alti finestroni su cui poggia la tettoia e restituisce l'effetto di un mercato all'aperto.
Il mercato fu terminato nel 1876 e da allora, molte generazioni di fiorentini hanno percorso le stradine interne che lo fanno sembrare una piccola città fatta di botteghe, acquistando sotto i suoi ampi lucernari ogni tipo di vivande per la loro tavola e sempre considerandolo il luogo migliore per la qualità dei prodotti in vendita - ancor oggi provenienti in gran parte dalle campagne circostanti.


Tutt'intorno, un susseguirsi di negozi e bancarelle senza soluzione di continuità fa di quest'area un grande mercato naturale che offre merci di ogni tipo, mentre le tradizionali botteghe dei vinai, i carretti dei 'trippai' e le osterie dai prezzi modici permettono a chiunque di gustare antichi sapori fiorentini seduti in una delle piazze più vivaci e pittoresche della città.
Attualmenete, pur conservando ancora il suo fasscino, è comunque inclusa nei circuiti del turismo e pertanto al suo interno, oltre che trovare i "veri fiorentini" non mancano mai gruppi di turisti provenienti da tutte le latitudini.

L'indumento che appare alla destra della fotografia fa parte della divisa del Calcio in Costume, torneo che si gioca a Firenze nel mese di Giugno in concomitanza con la festività di S. Giovanni, patrono dela città. qui




Niente da invidiare alla Buqueria (Barcellona)
 


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