Una bella rivincita per questo giovane uomo (ha appena 45 anni) che dopo aver preso in mano i Thunder la scorsa stagione con un record da 1-12 è riuscito a portarli fino ai playoff quest’anno con un record di 50-32 (61%).
Pochi pensavamo che questa squadra potesse diventare così competitiva così presto, la scorsa stagione era andata molto male chiudendo con un record di 23-59 (22-47 con Brooks in panchina), anche se nelle ultime gare di stagione regolare si erano iniziati a vedere i risultati del grande lavoro fatto dal nuovo coaching staff. Il roster messo insieme dal GM Presti (uno di scuola Spurs) era sì buono, ma anche giovanissimo e pieno di incognite, Brooks è riuscito a trasformarla in una squadra vera, capace di restare per gran parte della stagione al sesto posto della Western Conference, dove il livello e la competitività è piuttosto alto.
L’approdo ai playoff, la prima volta dal 2004/05 quando la franchigia ancora si chiamava Seattle Sonics, e il miglior aumento di vittorie da una stagione all’altra della storia NBA, gli è valso quindi il premio di best coach of the year, arrivato grazie ai 480 punti finali (71 dei 123 votanti l’ha messo al primo posto) e stando davanti a Scott Skiles (313 punti) autore di un altro miracolo con i Bucks arrivati fino alla sesta posizione a Est e Nate McMillan (107 punti) che ha raggiunto con Portland la sesta moneta a Ovest nonostante un numero imbarazzante di infortuni!