ALESSANDRA RIZZO EDIMBURGO
La Scozia ha detto no all’indipendenza in un referendum che ha spaccato la nazione e tenuto la Gran Bretagna e l’Europa con il fiato sospeso, secondo dati ormai quasi definitivi.Con 30 dei 32 collegi elettorali scrutinati, tra cui la capitale Edimburgo e la città più grande Glasgow, gli unionisti sono al 55% contro il 45% degli indipendentisti, secondo la BBC.
Alex Salmond, il leader indipendentista che ha trascinato la Scozia alle soglie di una decisione storica, ha riconosciuto la sconfitta a scrutinio ancora aperto: “Accetto il verdetto del popolo e invito tutti gli scozzesi a fare altrettanto”, ha detto a Edimburgo. Alistair Darling, leader del fronte del no all’indipendenza, ha parlato di “notte straordinaria” e ha ricevuto le congratulazioni di David Cameron per una campagna “ben combattuta”. Il Primo Ministro britannico, che negli ultimi giorni di campagna elettorale si era impegnato personalmente e aveva promesso maggiore autonomia alla Scozia, ha parlato al Paese in mattinata: “Insieme siamo migliori, ora nuovi poteri per tutto il Regno”. E mentre gli unionisti riuniti nella sede di Glasgow esultano, gli indipendentisti piangono per aver fallito un’occasione storica.
Il drammatico spoglio, durato tutta la notte, è stato seguito con un misto di apprensione e speranza da tutto il Paese, con centinaia di scozzesi riuniti nei pub rimasti aperti per l’occasione. I primi dati sono arrivati dalle più piccole e remote contee della Scozia, e il trend è apparso subito favorevole agli indipendentisti. La prima vittoria per il sì è arrivata dopo sette aree scrutinate nel collegio di Dundee, roccaforte indipendentista nota come ’Yes City’, dove il sì ha registrato il 57,35% contro il 42,65% del no. Anche Glasgow vota per l’indipendenza, 53.5% contro 46.5%. Ma non basta. In mattinata arriva anche il dato di Edimburgo, che vota convintamente per gli unionisti, 61% al no contro il 39% del no.
La giornata storica ha visto enorme partecipazione degli scozzesi: l’81.4% dei 4.2 milioni che si erano registrati per votare si sono recati alle urne. Gli indipendentisti, che hanno promesso un Paese sovrano, prospero e ancorato alla sterlina e alla casa reale, avevano compiuto una clamorosa rimonta e sembravano ad un passo dal successo. Ma alla fine ha prevalso il timore per i rischi economici e per l’incertezza politica che l’indipendenza avrebbe potuto comportare.
In Europa tutti i Paesi in cui esistono rivendicazioni separatiste avevano gli occhi puntati sulla Scozia. Più di tutti la Spagna, dove la Catalogna ha già convocato, nonostante l’ostilità di Madrid e l’irrilevanza giuridica, un suo referendum indipendentista per il 9 novembre. Faceva il tifo per il sì anche la Lega in Italia, con il segretario Matteo Salvini arrivato in Scozia. Per la Scozia è stato il giorno più lungo, quindici ore per decidere se separarsi per sempre dalla Gran Bretagna o mantenere intatto un legame che dura dal 1707. A Edimburgo e in molte altre città le file erano cominciate ancor prima dell’apertura dei seggi alle 7 di giovedì mattina, mentre volontari distribuivano bandierine e spillette agli angoli delle strade cercando di convincere gli indecisi. Per alcuni votare per l’indipendenza è stato il sogno di una vita, adesso infranto. “Sono nazionalista da quando ho 13 anni,” ha detto Tommy Moore, 59 anni, spilletta “YES” appuntata sulla maglietta. “Gli unionisti dicono di amare la Scozia ma sono dei traditori”. Altri si erano detti pronti ad abbandonare una Scozia sovrana. “E’ un’idea ridicola, alimentata da miti e sciocchezze, tra cinque anni saremmo alla bancarotta,” ha dichiarato Graeme Halkerston dopo aver barrato il no in un seggio nel quartiere finanziario. “Se vince il sì, ci trasferiamo in Inghilterra”.
Il voto ha costretto gli elettori a confrontarsi con la fondamentale questione della loro identità e senso di appartenenza: Sono più le cose che ci dividono dalla Gran Bretagna o quelle che ci uniscono? Una studentessa di 18 anni al suo primo voto, Shonagh Munro, racconta: “Mia madre è inglese, mio padre scozzese, sono nata a Glasgow, studio a Edimburgo. Mi definisco scozzese ma sono orgogliosa di far parte del Regno Unito e non ci rinuncerei per nulla al mondo”.
Sean Connery: sostenitore di comodo dell'indipendenza della Scozia
Da: Yahoo Notizie
(AGI) - Londra, 17 set. - Sean Connery, uno dei piu' noti sostenitori dell'indipendenza, non sara' in Scozia per il referendum a causa del suo status di "esule fiscale". A raccontarlo all'Edinburgh Evening News e' stato il fratello dell'attore, Neil, smentendo le voci che fossero problemi di salute a impedire al piu' famoso James Bond, ormai 84enne, di presentarsi nella terra dei suoi avi per sostenere il si'. "Non credo veramente che fara' un'apparizione questa settimana in Scozia", ha spiegato Neil, sottolineando che "Sean puo' soggiornare sul suolo britannico solo per un numero limitato di giorni all'anno per ragioni di tasse" e "intende usarli con accortezza". Nonostante sia sempre stato un grande sostenitore del distacco scozzese da Londra, il famoso attore vive da tempo alle Bahamas con la moglie Micheline Roquebrune, un fatto che suscita critiche anche tra gli indipendentisti. Su Twitter, sostenitori del si' hanno comunicato tutto il loro rammarico per la mancata partecipazione di Connery, mentre un attivista del fronte no ha ironicamente suggerito, in caso di vittoria degli indipendentisti, di chiedere indietro all'attore milioni di sterline di tasse non versate.
Per quanto sia forte la presenza del pensiero indipendentista, fino al punto di stampare una Lira Sterlina Scozzese già, come ho verificato di persona, 14 anni fa, e forse anche di più ma di questo non ne ho contezza, la maggioranza degli scozzesi ha preferito saggiamente di restare attaccata al Regno Unito, nel male e nel bene.
Colpisce la totale incoerenza dell'attore Sean Connery, anzi, più che incoerenza si può parlare di opportunismo che sempre rivela contraddizioni e meschini egoismi.
Da anni si espone per l'indipendenza della Scozia e, al momento di dare il suo voto con coerenza, si sottrae con una scusa risibile: può stare solo pochi giorni in U.K. per ragioni fiscali e "intende usarli con accortezza" ... Quale migliore occasione dunque per usarne 1 o 2 al massimo per votare dopo aver sbandierato con baldanza le proprie idee?
La statura delle persone si vede al dunque... e l'attore Connery non è certo un eroe come i personaggi che interpreta...