Scribacchina: da pennivendola a co-autrice della tesina di una teenager

Creato il 22 aprile 2013 da Scribacchina

Settimana scorsa, in redazione.
Sento una voce provenire da dietro le spalle.
Una voce femminile che conosco molto bene.
«Tu che scrivi, potresti darmi una mano con questo?».
Sono combattuta se girarmi, sorridere alla bella signora che mi sta parlando e chiederle di cosa ha bisogno oppure mandarla serenamente al diavolo perché oggi ne ho già abbastanza per i fatti miei.

D’accordo: sentiamo cos’è questo favore.

Apprendo con sconcerto che dovrei «dare una sistemata» alla tesina che una fanciulla sedicenne dovrà presentare come verifica del lavoro fatto negli ultimi mesi a scuola. E con «sistemata» si intende non solo correggere eventuali errori, ma anche allungare lo scritto, perché la fanciulla non sa più cosa scrivere ed è in carenza di idee.

Flashback: mi rivedo sui banchi di scuola, il foglio di protocollo tra le mani, gli occhi dei compagni puntati addosso e la sgradevole sensazione che far copiare è qualcosa di ingiusto e scorretto.
Tanto più sgradevole se si considera che chi chiede aiuto è il primo a considerarmi invisibile in qualsiasi altro momento.
Ma il tempo passa, i punti di vista cambiano e… sì, alla mia veneranda età posso anche concedermi il lusso di considerare «cosa buona e giusta» aiutare questa fanciulla che vuole soltanto prendere un diploma professionale e andarsene a lavorare.
Sempre che lo trovi, un lavoro.

Dunque, come troppo spesso mi capita di fare, rispondo sì e mi faccio passare il file da rivedere. Noto subito che sono stati usati un po’ di sotterfugi per allungare lo scritto: una quantità infinita di «a capo», rientri maggiori di quelli richiesti, interlinea tanto larga che ci passerebbero due dita.
Già capito: di parole da aggiungere ce ne vorranno tante…

Mi metto a leggere lo scritto prodotto dalla fanciulla.
Con un certo stupore scopro che la tesina contiene – oltre alla parte in cui si riepilogano le attività scolastiche – una sezione nella quale ci si racconta, caratterialmente ed emozionalmente: mi fa una tenerezza infinita entrare nel mondo di questa fanciulla, vederlo filtrato dai suoi occhi ingenui e dal suo entusiasmo. Mi sento quasi in imbarazzo: in certi passaggi sembra di leggere il diario segreto di una ragazzina…

Ma torniamo alle cose serie.
Considerato che la tesina dovrebbe essere di otto pagine, dopo debito aggiustamento di capoversi e paragrafi il testo arriva a malapena alle sei pagine. Di buona lena, mi rimbocco le maniche e aggiungo parole su parole, cercando di calarmi nel personaggio e capire quali sentimenti, emozioni e desideri possano passare nella testolina di questa teenager del 2013. Sempre con un occhio alla scrittura, che sia il più possibile uguale alla sua.
Compito doppiamente arduo perché io a sedici anni ero l’esatto contrario: amavo studiare, amavo leggere, amavo sfidare i miei limiti con autori (scrittori e musicisti) fuori dalle righe, avevo svaghi totalmente diversi dai suoi e soprattutto non avevo alcuna idea del lavoro che avrei fatto da grande. La fanciulla invece non ama leggere, ascolta musica commerciale e il suo divertimento preferito è passare la piastra sui capelli prima di uscire con le amiche.
De gustibus.

Raggiunte le otto pagine, consegno il prodotto alla committente ripetendo: «Occhio perché potrei aver scritto delle assurdità: faglielo rileggere bene e dille di correggere dove ho calcato la mano».

Il giorno dopo rivedo la bella signora.
Entra in redazione con un’espressione tra il divertito e lo stupito, chiedendomi come diavolo ho fatto a scrivere «quella roba»: sembra che la fanciulla sia rimasta sconvolta nel leggere «esattamente quello che ha in testa, che sente, che fa, che vorrebbe… continuava a chiedermi come fai a sapere “certe cose” e se per caso te le ho spifferate io, pensa un po’!… Ah, mi ha anche detto di ringraziarti tantissimo».

E chi lo sa come ho fatto a saperle, «certe cose»?
Escludo di avere poteri paranormali, categoricamente.
Forse la spiegazione è più semplice: che si abbiano 37 o 16 anni, i bisogni e i desideri fondamentali sono sempre quelli.
Il curioso è che se si fosse più coscienti di questa somiglianza, forse non esisterebbero neppure attriti o incomprensioni tra le persone.

Brava Scribacchina: stai diventando più riflessiva del the alla cannella.
Questa cosa mi preoccupa seriamente.


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