Scripta manent.

Creato il 14 febbraio 2015 da Scurapina

Provate a viaggiare in treno o su un vagone affollato del metro, provate a sedere al tavolino di un bar o in una sala d’aspetto di uno studio medico, provate persino a camminare per strada e scoprirete, se non avete lo sguardo puntato sullo schermo del vostro smartphone, che siete circondati da persone concentrate, tutte intente a leggere o a digitare messaggi sul loro.

Ogni tanto mi spaventa questo flusso imponente di messaggi: comunichiamo tantissimo anche se parliamo sempre meno.

Persino la mamma della pubblicità, dopo aver chiamato la prole per nome invano, si rassegna a convocare i figli a tavola con un sms.

Le dita digitano velocissime, le chat scorrono sugli schermi rapide, le parole scambiate sono migliaia, con i messaggi discutiamo di lavoro, ci raccontiamo la giornata, fissiamo appuntamenti, scambiamo frasi d’amore e, qualche volta, persino litighiamo, ma spesso ci dimentichiamo che le parole che scriviamo, buone o cattive, pesanti o leggere, restano lì e, qualche volta, vengono memorizzate.

Quando parliamo con una persona che sta lì, davanti a noi, non comunichiamo solo con le parole, ma anche con il tono della voce, con la mimica facciale, con la postura e, qualche volta, nonostante tutto, rischiamo di essere fraintesi.

Ora proviamo a pensare a cosa può succedere quando scriviamo una frase e chi la legge non ha tutte le informazioni aggiuntive di un dialogo a quattr’occhi e non può capire se siamo ironici, se stiamo scherzando, se siamo allegri o arrabbiati o stanchi e tristi.

Quante volte, parlando con qualcuno, magari durante un litigio, ci rendiamo conto, dalla reazione dell’altro di aver detto qualcosa di sbagliato, di aver involontariamente offeso l’altro o di averlo attristato e allora vorremmo richiamare le parole che abbiamo appena pronunciato.

Quando scriviamo in chat non vediamo la reazione di chi ci legge e se abbiamo usato le parole sbagliate abbiamo l’unica certezza che esse resteranno lì sullo schermo, potranno essere lette con attenzione, potranno essere rilette e potranno continuare a fare danni molto più a lungo del tempo che ci metterà a svanire l’emozione che le ha provocate.

Mai come in questo tempo le parole scritte restano: forse dovremmo scrivere di meno e parlarci di più.

La comunicazione ne trarrebbe sicuramente beneficio.