Quello che Nolan ha fatto con la sua trilogia sul Cavaliere Oscuro è stato molto semplice: ha preso il mantello del personaggio di maggior spessore e successo di casa DC, lo ha scrollato al vento con la stessa forza di una casalinga di altri tempi svegliatasi col quarto sbagliato, e gli ha levato di dosso tutte le fanfare barocche e popart di Burton e di Schumacher, riportando in superficie l'unico colore che gli si addice, il Nero. Tutto qui. Ma è un "qui" grande così!
Si, perché prima di lui tutto quello che era stato fatto su pellicola ha sempre avuto un taglio (troppo) fumettesco, al limite del pacchiano. Quelle inquadrature sbilenche, quei cattivi così “pittoreschi”, tutto così pompato che ti aspettavi di veder sbucare Roger Rabbit da un momento all'altro. Tuttavia mi verrebbe da dire che non mi sognerei mai di mettere sullo stesso piano l'opera di Burton e quella di Schumacher, la differenza di successo abissale che c'è tra le pellicole parla da sola, ma qui sto dando dei pareri personali, e francamente saranno passati 15 anni almeno da quando ho guardato quei film. Direi un tantino troppo per avere la presunzione di dare un giudizio.
Poi è arrivato Nolan, probabilmente dopo essersi sparato una dose bella massiccia di “Millerzopanina”, ed ha sfornato il Batman più bello, cazzuto, tosto e “maturo” della storia cinematografica.
Il suo è un uomo pipistrello dalle tinte cupe (così come la splendida Gotham che regia e fotografia riportano in video), è un combattente inarrestabile che ha imparato l'enorme potere della Paura, che sfrutta la teatralità per spaventare i suoi avversari e ammorbidirli un attimo prima di fracassargli una decina di ossa come minimo sindacale. Niente fronzoli, qui si fa sul serio, lo si capisce già dal suo armamentario: la sua tuta e la sua batmobile sono completamente nere, non c'è alcuna traccia di colore nemmeno nel simbolo del pipistrello, storicamente nero su sfondo giallo. E' una rivisitazione moderna e hi-tech che personalmente ho trovato perfetta per il personaggio, tormentato dalla perdita dei genitori per mano di un criminale, e che dopo questo tragico evento ha votato tutta la sua esistenza alla lotta contro il crimine. Con tali premesse non vedo come si possa dipingerne le gesta con toni che non siano quelli scelti da Nolan.
Questa è la faccia d'ombra di una medaglia perfettamente ricostruita, mentre sull'altra parte c'è un uomo altrettanto ben delineato, un Bruce Wayne giovane e ancora pieno di dubbi. Ma non sulla strada da percorrere, no, lui sa bene dove vuole arrivare, quello che si chiede è come e a quale prezzo. Dilemmi che sono alla base di quello che ritengo senza alcun dubbio il capitolo più bello della trilogia, e che per gli anni a venire sarà il metro di giudizio col quale i futuri registi che vorranno cimentarsi nel portare sul grande schermo il giustiziere di Gotham dovranno confrontarsi: Batman – Il Cavaliere Oscuro. Nella seconda pellicola Nolan raggiunge la perfezione, sotto tutti i punti di vista. Coadiuvato da un cast che meglio non si poteva scegliere, ha (ri)dato vita a quello che, come tutti i fan del pipistrello sanno bene, è lo scontro più intimo e duro che Batman abbia dovuto affrontare, quello contro la sua nemesi per antonomasia: Joker.
Ve lo dico senza tanti giri di parole: Heath Ledger (pace all'anima sua :'( ) ha dato un colpetto sulla spalla di Jack Nicholson, lo ha fatto voltare, e gli ha chiesto gentilmente di scendere dal podio più alto. Adesso chi pensa al Joker non pensa più agli zigomi enormi, la bocca altrettanto grande e perfettamente disegnata, il cerone bianco candido, i capelli ben pettinati e il revolver dalla canna infinita. Oh no, adesso la faccia del Joker nell'immaginario collettivo ha due enormi cicatrici ai lati della bocca, un trucco slavato e dei capelli che paiono pettinati con olio esausto. Non era un'impresa semplice, ma proprio per niente, quella di Nicholson è stata (e resterà sempre) un'interpretazione fantastica, un Joker folle e spietato, ma barocco, coerente insomma con il taglio registico di Burton. Con il Joker di Ledger vale lo stesso discorso fatto in precedenza sul lavoro di Nolan: un personaggio altrettanto squilibrato, privo di ogni sentimento di compassione, a modo suo profondo, con una logica spaventosa ma comprensibile. E,' come lui stesso si definisce, un agente del Caos, un tornando che si abbatte sulla città mettendola a ferro e fuoco con un po' di dinamite e qualche litro di benzina. E' la nemesi perfetta di Batman, due volontà granitiche e gigantesche, poste però agli antipodi. Uno lotta per far si che la Legge torni a comandare a Gotham, mette tutto se stesso, fino all'ultima cellula del suo corpo, al servizio dell'Ordine, imponendosi come tabù quello di non poter ammazzare nessuno nella sua lotta, a prescindere da quanto malvagio egli possa essere. L'altro, invece, perso nei meandri della sua pazzia di cui non ci è dato conoscere l'origine visto che mente in continuazione su questo, vive solo per scardinare tutto quello su cui la società si basa, sogna un mondo privo di “maschere” (e qui Pirandello ci sguazzerebbe alla grande!), anzi vuole strappare con le sue mani le maschere di ipocrisia dalla faccia della “gente civilizzata”, per portare alla luce i loro veri volti, quelli che vengono fuori quando le circostanze si fanno esasperate e la propria sopravvivenza diventa una questione di vita o di morte.
Quando Joker incontra Batman sa di aver finalmente trovato qualcuno che valga i suoi sforzi. Nel Cavaliere Oscuro lui vede una volontà sincera nella crociata che porta avanti, è il degno rivale e il suo divertimento più grande. Nulla lo diverte di più di provare a spingere Batman a superare i suoi limiti intesi come regole inviolabili, è stimolato da questo come nient'altro, perché sa che se riuscisse a spingere una volontà come quella di Batman a infrangere le sue leggi, sarebbe la prova definitiva che lui ha ragione, che tutto alla fine serve il Caos. Ma anche se non lo ammetterà mai, al tempo stesso lui non vuole che Batman ceda, proprio perché perderebbe quello stimolo che nient'altro potrebbe ormai dargli.
Tra questi due personaggi c'è rapporto molto stratificato che mi affascina tremendamente, è a parer mio il più bello che sia mai stato creato, e tutto questo viene fuori in due scene in particolare del film: l'interrogatorio alla stazione di polizia, e nel confronto finale. Non smetterò mai di ringraziare Nolan, Bale e il compianto Ledger, per essere riusciti a dare a questo rapporto il giusto tributo che meritava.
Un film che conquista anche chi non ama i personaggi dei fumetti, chiedete alla mia ragazza :D elegante, duro, affilato, profondo e scuro come le ombre di Gotham nelle quali lui si cela.