Scrittori sull'orlo di una crisi di nervi

Creato il 22 novembre 2013 da Dida

L’Italia è il paese con un numero di “scrittori” talmente elevato da superare di gran lunga quello dei lettori e, con l’avvento dell’era 2.0 e del selfpublishing, la situazione è andata decisamente a peggiorare. Chi come la sottoscritta frequenta gruppi di lettori su Facebook, Anobii & co si ritrova bacheca e posta elettronica inondate da post di pseudoscrittori che, in cerca di attenzione, le provano davvero tutte. Alcuni infatti tentano di elogiare il proprio "capolavoro" utilizzando parole random come: distopia, storico, romance, paranormal, horror, vampiri, Borgia, Tiffany, noir, Illuminati
(ricordo ancora un autore che mi propose di leggere il suo romanzo: “un giallo/storico/noir ambientato in un carcere che riposa anche sul tema dell'esoterismo nazionalsocialista”)Altri, invece, si affidano a mamme, zie e fidanzate per far votare, commentare e spammare i propri capolavori sui social dedicati ai libri. In mancanza di una famiglia numerosa, però, ci sono autori che si ritrovano costretti ad inventare improbabili nickname e a votare e commentare i propri lavori.  (celeberrimo è il caso di uno “scrittore italiano” che utilizza la traduzione inglese del suo cognome per votare e recensire i propri romanzi su Anobi). Il problema però è che tutto quello che questi novelli Dante producono, nel 99% dei casi, risulta scadente sotto ogni punto di vista.
L'editing infatti è inesistente, nonostante l’accurata revisione di parenti e amici, le trame sono goffe e i personaggi tragicomici. Il tutto inoltre è impreziosito da titoli improponibili e copertine decisamente imbarazzanti. (ricordo ancora una copertina DIY. La “scrittrice" di turno aveva fotografato l’armadio della propria camera da letto, dove vi era appeso una gruccia con un pareo-gonna-asciugamano, che avrebbe dovuto simboleggiare la bellezza, la freschezza e la leggerezza degli amori estivi). Il continuo auto-elogio infine è coadiuvato da uno spam selvaggio, che viene praticato soprattutto di notte, e che punta allo sfinimento del lettore medio. Quello che infatti non capiscono questi signori è che non si convince un lettore a comprare il proprio romanzo sfinendolo a colpi di “pubblicità” e che non si può essere superbi al punto tale da rispondere alla domanda “Cosa state leggendo?” con “Sto leggendo il mio romanzo! La più vera, unica e sola storia dei Borgia che puoi trovare su Amazon a soli 0.99 centesimi!”.  Non sono venti pagine word, tra l’altro impaginate male, a fare  uno scrittore. Alla prossimaDiana

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