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Scrittura collettiva: sperimentazione, successi editoriali e didattica

Creato il 12 ottobre 2011 da Antonino1986

Scrittura collettiva: sperimentazione, successi editoriali e didattica

ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO ZERO DI  “EBOOKMANIA – LA TENTAZIONE DI LEGGERE”  CLICCA QUI SE VUOI SCARICARE GRATIS LA RIVISTA

La scrittura è qualcosa di vivo, pulsante, che si evolve nel tempo, che – oltre ad influenzarli -trae nutrimento dalla società, dal costume, dalla tecnologia. Questo processo osmotico non riguarda esclusivamente i contenuti perché plasma in modo considerevole anche le forme dello scrivere. Cambiando gli strumenti, cambiano le dinamiche di interazione tra scrittore e scrittore, tra scrittore e lettore, cambia il modo di produrre letteratura. Per citare McLuhan: “Il mezzo è il messaggio”.

Nell’era del Web 2.0 la scrittura si è ulteriormente trasformata perché internet non si usa più soltanto per documentarsi sull’argomento di cui narrare o per la pubblicazione delle proprie opere. Le piattaforme e i servizi messi a disposizione dal web permettono infatti di avvalersi della collaborazione di altri autori durante la fase di stesura del testo e di condividere con loro il suo progressivo sviluppo.

Ecco perché alla scrittura collaborativa utilizzata da gruppi di persone per scrivere insieme codici informatici Open e contenuti divulgativi come quelli di Wikipedia, si è affiancata la scrittura collettiva, ovvero la realizzazione di opere narrative a più mani. Nei primi esperimenti, veniva fornito un incipit e i partecipanti erano invitati a proseguire il racconto in maniera lineare o proponendo nuove diramazioni della trama. In altri casi potevano proporre finali diversi rispetto a quello scelto dall’autore.

La scrittura collettiva è nata quasi come un gioco letterario, salvo poi imporsi grazie ai successi editoriali dei romanzi del collettivo Wu Ming e successivamente dei collettivi Kai Zen e Paolo Agaraff. Nel 2006 Leonardo de Sanctis, Nadia Maialetti e Donatella Scotti hanno registrato il marchio Scrittura Collettiva®, che contrassegna una serie di progetti di scrittura dai fini socio-pedagogici sviluppati in ambienti come scuole, ospedali e carceri. Nel 2007 è stata fondata la SIC, Scrittura Industriale Collettiva, un metodo di scrittura ideato da Gregorio Magini e Vanni Santoni, che hanno sperimentato la stesura di racconti e romanzi tramite il coinvolgimento di gruppi di autori e, addirittura, di masse.

Gli albori della scrittura collettiva risalgono però a tempi ben più antichi dei nostri. Che dire, ad esempio, dei poemi di Omero? Ormai la mitica figura del cantore cieco è scomparsa per lasciare posto alla più concreta possibilità di tanti cantastorie che abbiano raccolto e fuso in un tutto organico la miriade di leggende dell’antica Grecia. Generazione dopo generazione, si sono progressivamente avvicinati alla versione finale dei testi, poi cristallizzati mediante la scrittura. Anche la Commedia dell’Arte è in realtà una forma di letteratura orale che, dopo secoli di evoluzione, ha assunto stabilità tramite le commedie di Goldoni e di altri autori teatrali.

Un esordio ufficiale della scrittura collettiva può invece essere fatto risalire all’epoca del Futurismo, quando un gruppo di dieci autori capitanati da Filippo Tommaso Marinetti e Massimo Bontempelli, il “Gruppo dei Dieci”, produsse il romanzo d’avventura “Lo Zar non è morto”. In tempi più recenti, “Lettera a una professoressa” è nata dal lavoro di don Lorenzo Milani con gli studenti di Barbiana, che elaborarono il testo utilizzando un metodo di scrittura di gruppo grazie al quale si sentivano tutti protagonisti e imparavano nel contempo a collaborare responsabilmente.

Tornando ad oggi, la commistione tra scrittura collettiva e gioco si ripresenta attraverso gli studi di Beniamino Sidoti, esperto di giochi di ruolo, la cui tesi di laurea, scaricabile gratuitamente all’indirizzo www.letteraturainterattiva.it/articoli/sidoti0.html, riguarda proprio la semiotica delle scritture collettive. Secondo Sidoti il gioco di ruolo sta cambiando il modo in cui leggiamo e scriviamo, facendole diventare sempre più due cose intrecciate. La scrittura collettiva, inoltre, è una modalità di produzione molto più diffusa di quanto pensiamo e del tutto naturale. L’esempio più classico è quello del brainstorming: prima di redigere un testo, molto spesso ci raduniamo intorno a un tavolo riunioni oppure stabiliamo un contatto tramite telefono, videoconferenza, mail o chat e ne parliamo con gli altri, scambiandoci idee e spunti. Soltanto dopo questo primo step, qualcuno comincia ad assemblare il materiale raccolto per trarne un progetto organico. Infine si può condividere in rete anche la revisione di un testo, chiedendo agli altri di leggerlo per aiutarci a correggere eventuali errori, come è stato ampiamente sperimentato dalla metodologia dell’Open Source.

Un importante esempio di scrittura collettiva “ludica” è rappresentata da “L’elenco telefonico di Uqbar”, una voluminosa opera in forma enciclopedica i cui partecipanti potevano aggiungere una voce all’enciclopedia dell’immaginario continente perduto di Uqbar, agganciandosi ai riferimenti lasciati dagli autori che avevano inserito altre voci prima di loro. Nel 2004 il progetto, ideato e coordinato da Lorenzo Trenti in collaborazione con l’Associazione di Letteratura Interattiva, ha vinto la seconda edizione del Premio Scrittura Mutante, dedicato alle nuove forme di scrittura in ambiente digitale.

“L’Elenco Telefonico di Uqbar” è un esperimento di scrittura collettiva che si svolge su una piattaforma Wiki, ovvero un insieme di pagine web che chiunque può modificare, con un meccanismo analogo a quello di Wikipedia, e con cui è semplice creare una rete di richiami ipertestuali, proprio come quelli descritti da Borges nel racconto “Tlôn, Uqbar, Orbis Tertius”, che ha ispirato il nome di questo gioco letterario. La peculiarità del progetto consiste nel fatto che ogni partecipante fornisce ai suoi compagni degli input da sviluppare e che, con il progressivo ampliamento dell’enciclopedia, si scopre come un personaggio citato marginalmente in una voce compaia poi come protagonista nella voce inserita successivamente da un altro autore.

Per saperne di più: http://valis.it/elenco

Nel 2007 alanciare l’idea di un “wiki-novel”, ovvero di un romanzo scritto da un numero potenzialmente illimitato di persone, è stata invece la casa editrice Penguin, in collaborazione con la De Montfort University. Il romanzo, intitolato “A Million Penguins”, era aperto a chiunque lo volesse incrementare o correggere, inserendo nuovi elementi della trama e nuovi personaggi o tagliando e modificando, più o meno senza restrizioni, quanto scritto dagli altri.

Per saperne di più: www.amillionpenguins.com.

Se vi abbiamo incuriositi, magari suscitando in voi la curiosità di leggere un’opera di scrittura collettiva o addirittura di parteciparvi, desideriamo ora fornirvi qualche dettaglio in più sui protagonisti di questo strano ma affascinante universo.

Wu Ming Foundation

SI tratta di un collettivo di scrittori attivo dall’anno 2000 e divenuto celebre con il romanzo Q. Il gruppo è autore di numerosi romanzi, tradotti in diversi paesi. In cinese mandarino “wu ming” significa “senza nome” oppure “cinque nomi”, a seconda di come viene pronunciata la prima sillaba. Il nome scelto, di conseguenza, è inteso sia come omaggio ai cittadini cinesi che si firmavano “Wu Ming” nel rivendicare la libertà di parola, sia come rifiuto dei meccanismi che trasformano lo scrittore in personaggio. Da questa scelta deriva la presa di posizione degli autori in merito al diritto d’autore: tutte le opere del collettivo sono infatti pubblicate con licenza Creative Commons e dal sito ufficiale del gruppo è possibile scaricare i testi integrali, per i quali è consentita la riproduzione. Wu Ming ha riassunto la propria filosofia in un motto: “Trasparenti verso i lettori, opachi verso i media”.

Per saperne di più: www.wumingfoundation.com.

Kai Zen

Il collettivo è attivo dal 2003 e si autodefinisce “un ensemble narrativo di gentiluomini di fortuna”. Tra le sue produzioni letterarie spiccano i romanzi “La strategia dell’ariete”, pubblicato nel 2007 da Mondadori, e “Delta Blues (Verdenero, 2010). I quattro componenti del gruppo, Jadel Andreetto, Bruno Fiorini, Guglielmo Pispisa e Aldo Soliani, si sono conosciuti proprio grazie alla partecipazione a un progetto di scrittura collettiva lanciata su un sito web e da allora, oltre a essere diventati amici, continuano a collaborare in rete, dal momento che vivono sparsi lungo l’intera penisola.

Per saperne di più: www.kaizenlab.it

Scrittura Industriale Collettiva

La SIC è nata con tre obiettivi fondamentali: trasformare la scrittura collettiva dei piccoli gruppi in una pratica letteraria comune; scrivere un romanzo di massa, ovvero il grande Romanzo Aperto; creare un network di lettori e scrittori sensibili all’innovazione e alla condivisione del sapere.

L’idea di base è fornire un metodo di scrittura collettiva utilizzabile da tutti, anche se personalizzabile a seconda del tipo di opera che si intende produrre. I principi organizzativi sono la divisione del lavoro (netta distinzione tra chi scrive e chi edita, cioè funge da direttore artistico) e la frammentazione della narrazione nei suoi elementi costitutivi (tramite schede personaggio, definizione delle locazioni, delle situazioni e così via.) Per partecipare ai progetti della SIC ci si può candidare per partecipare a uno dei prossimi racconti collettivi, e successivamente si può creare un proprio gruppo di scrittura, ottenendo gli strumenti metodologici e l’assistenza della SIC.

Per saperne di più: www.scritturacollettiva.org

Paolo Agaraff

E’ uno pseudonimo collettivo usato da tre autori: Gabriele Falcioni Roberto Fogliardi e Alessandro Papini, che insieme hanno scritto romanzi, racconti e articoli per riviste del fantastico e dell’horror. Anche in questo caso, grazie alle precedenti esperienze nel mondo dei giochi di ruolo, la scrittura del collettivo è dichiaratamente ludica, un vero e proprio gioco di narrazione.

Per saperne di più: www.paoloagaraff.com

Scrittura Collettiva®

I membri di questo gruppo dal marchio registrato si dedicano all’elaborazione di una teoria della scrittura collettiva, ma anche alle sue numerose applicazioni pratiche nei diversi contesti sociali, culturali e didattici. La scrittura collettiva comporta infatti l’ampliamento delle aree di conoscenza e stimola un continuo confronto, senza però richiedere un giudizio rispetto alle capacità dei singoli. Quanti partecipano a un progetto di scrittura collettiva possono inoltre utilizzare la finzione letteraria per mettere in scena ed esorcizzare le proprie paure, magari con l’aiuto del gruppo. Dal punto di vista sociale, un percorso di scrittura collettiva è altrettanto utile: induce infatti all’incontro con modi di pensare e di sentire molto diversi dai propri, a volte divergenti, spesso complementari, esaltando così la diversità come fonte di arricchimento personale e collettivo.

Per saperne di più:  www.fefeeditore.com/scrittura-collettiva®.html

Rimanendo in ambito didattico, vogliamo ribadire l’utilità della scrittura collettiva anche a fini educativi. Segnaliamo pertanto che l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ANSAS, ex INDIRE) ha conferito il Premio Gold 2009 ai tornei di scrittura collettiva “Costruiamo Insieme una Fiaba” e “Ogni Volta una Svolta”, organizzati dall’associazione culturale “Progetto e Materia” di Banchette (TO). Su cinquecento candidature, il Piemonte ha ottenuto la vittoria per l’esperienza didattica più innovativa nell’area dell’educazione linguistica grazie alle attività di scrittura collettiva che si sono svolte negli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009 tramite i blog progettoemateria.splinder.com e cibodafiaba.splinder.com. La commissione dell’ANSAS – composta da ricercatori, professionisti e professori universitari – ha ritenuto particolarmente significativi non solo l’applicazione delle nuove tecnologie all’educazione linguistica, ma anche il fatto che nei due anni in cui si è svolto il progetto siano state coinvolte scuole d’infanzia, primarie, secondarie di primo e di secondo grado (per un totale di circa quaranta classi). Per documentare l’esperienza è stato creato il blog http://righettodimonsilente.splinder.com.


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