Sempre per quella filosofia che sostiene “la scrittura rivela un po’ di noi”, osservare un manoscritto può rivelarci, tra le altre cose, anche l’aggressività. Il vocabolario alla definizione di aggressività cita: “tendenza all’autoaffermazione in un contesto competitivo; reazione ostile che risponde a un impulso di difesa da un pericolo reale o presunto”. Parla anche di “violenza”, ma in questo articolo non parleremo della “violenza” perché le specie che andremo ad elencare di seguito non rivelano la “violenza”, ma semplicemente il grado e il modo di reattività in una determinata condizione e/o situazione e, sottolineiamo, anche di quel determinato momento – periodo.
Per capire che intendiamo con “situazione – periodo” vi riporto l’esempio di un’insegnante del corso che ho frequentato, la quale, lavorando per un periodo in una scuola in cui gli studenti erano particolarmente irrispettosi nei confronti degli insegnanti in generale, per far valere l’autorità, la nostra insegnante era diventata più “aggressiva” rispecchiando questo stato d’animo nella propria scrittura.
Essendo inoltre un concetto “vasto” e non limitato appunto alla violenza, in alcune scritture che si presentano “deboli” (tratto rilasciato, poca pressione, scrittura poco ferma), i segni di “aggressività” in quei contesti sono interpretati in senso positivo: sei un po’ deboluccio, ma quando vuoi sai tirar fuori la grinta.
Prendete quindi una vostra lettera, appunti, scrivete appositamente, osservate la scrittura di una persona che conoscete e andate a controllare se ci sono alcune delle specie di seguito elencate:
- angolosa (sostituzione di forme curvilinee con altre angolose);
- acuminata (tratto terminante a punta acuta. Si riscontra nei tratti delle T, nelle finali, negli accenti);
- rigida (inflessibile nella direzione adottata);
- a clava (i tratti finali delle lettere e dei trattini della T s’inspessiscono progressivamente in modo marcato);
- molto inclinata (accentuazione di una grafia che pende a destra e forma con la linea di base un angolo tra i 45 e i 50 gradi);
- dente di squalo (particolare forma di gesto angoloso e ripassato ce si verifica nella zona media es. scrittura definita “Sacre – Coeur”);
- trattini delle T obliqui lanciati a nord – ovest.
L’aggressività, la grinta, la tenacia, raramente non è presente nei nostri caratteri: basti pensare a quando magari siamo fermamente convinti di una teoria, di un concetto, di uno stile di vita, per renderci conto di quanta “grinta” investiamo perché il nostro interlocutore si convinca che la nostra è la teoria più fondata!
Basta semplicemente un “no” fermo per dimostrare non solo la nostra opposizione (e anche l’opposizione si riscontra nelle nostre scritture.. attenti eh?
Esattamente come, se conoscete persone che di norma sono “accomodanti” o miti o semplicemente tranquilli, non significa che non hanno “gli attributi” come si dice in gergo.
Ovviamente, le persone che hanno un carattere forte, che, come cita il vocabolario, hanno reazioni ostili, e soprattutto persone che non cercano in alcun modo di controllare un temperamento del genere, avranno molto probabilmente, varie specie dell’elenco: sarà una scrittura angolosa, i tagli delle T saranno lanciati a nord – ovest e i tratti finali delle parole saranno acuminati. In persone in cui, invece, la grinta non è tra le caratteristiche che appaiono più palesi, avranno magari una scrittura più “rotonda” meno spigolosa, ma potrebbero rivelare quella buona dose di tenacia, semplicemente con le T, sarà magari un po’ rigidina, o magari non avranno nessuna delle due, ne le lettere T né la rigidità, ma avranno le finali acuminate o a clava.. insomma.. come possiamo leggere, saranno sempre più specie messe insieme, che ci riveleranno le sfumature caratteriali.
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