Dedicato a Gianni Atzori, 'su maistru'.
1. La comunicazione all'Università di Sassari. Sabato 29 Ottobre nell'Aula Magna della Facoltà di Medicina, durante i lavori del Convegno interdisciplinare (1), organizzato dalla stessa facoltà, ho comunicato agli studiosi presenti, ai relatori, agli studenti e al pubblico che il codice nuragico della scrittura dell'età del Bronzo medio, finale e I Ferro (XVI - VIII /VII secolo a.C.) non è più un mistero per la scienza epigrafica e linguistica. Infatti, grazie alla continua scoperta di documenti (in pietra, in ceramica, in metallo) 'scritti' che, come si può vedere dalla mostra 'didattica' permanente di Macomer (2), hanno raggiunto e superato in 15 anni (3) il numero di 90, oggi siamo in grado di conoscere quali norme di organizzazione del testo e quali requisiti adoperarono, per più di settecento anni, gli scribi sardi (sacerdoti) perché questo potesse essere riconosciuto come 'loro', isolano, ovvero quello dei 'domini judikes' (šardan) del tempo. E, aggiungiamo, non pochi ma numerosi requisiti, sempre o quasi sempre presenti, che rendono inconfondibile 'quella' 'scrittura ovunque venga ritrovata, a Sud e a Nord della Sardegna così come a Ovest e ad Est (v. cartina fig. 1), una scrittura o codice 'alfabetico' irradiato, con ogni probabilità, dalla scuola scribale (4) della città mercantile di Tharros.
La città di Tharros (Tarshosh/Tarshish)probabile luogo della scuola scribale sardae di irradiazione della scrittura nuragica
Figura 1
Sighi a lèghere