Scrittura nuragica. Il Nuraghe Gedili di Jerzu, la torre B ed il lusus scribale delle finestrelle

Creato il 23 ottobre 2011 da Zfrantziscu
di Gigi Sanna
dedicato a Gianfranco Pintore


Tab. 1

1. Considerazioni iniziali.
Credo che ormai ci stiamo avviando, passo dopo passo, alla comprensione 'totale' della scrittura arcaica sarda dell'età del Bronzo medio, finale e I Ferro, quella che abbiamo chiamato con termini, ovviamente di comodo, 'nuragica' o 'shardan ' (dei signori giudici). Cioè stiamo cominciando, in virtù dei continui rinvenimenti di documenti di scrittura e della spesso notevole qualità di essi (v. oggi la mostra didattica fotografica permanente aperta in Macomer), a fissare il quadro dell'intero sistema, il quadro delle regole (quelle e non altre) del codice convenzionale adoperato dagli scribi sardi. Certo, segreti ancora di questa magnifica scrittura ne restano e ne resteranno, ma diciamo che i più importanti possono ritenersi svelati.   Già nel nostro SaGra (1)  avevamo congetturato e tentato di dimostrare (con l'analisi dei simboli e dei suoni della Tomba di Giganti) che i nuragici, così come gli Egiziani, scrivevano foneticamente, servendosi anche di pittogrammi monumentali (2). C'erano non pochi indizi che portavano a pensare ad una scrittura che, in fondo, non si mostrava del tutto originale se non nella sua scontata caratterizzazione 'nazionale' (diciamo cosi seguendo, ancora una volta,  le orme (3) del Pettazzoni). Lo stesso ormai accertato orientamento astrale delle piramidi, con i particolari 'corridoi' e le 'finestrelle' puntate (guarda caso) sulle stelle o sulle costellazioni, non può che costituire un forte indizio che anche in Sardegna, appurato ormai che i nuraghi sono costruzioni templari e non altro, sia stato adoperato il dato stilistico architettonico terra - firmamento del modello egiziano.
2. Lo strumento d'indagine dell'archeoastronomia.
 Oggi nella nostra indagine a tutto campo sulla 'scrittura'  abbiamo uno strumento in più per dimostrare che quelle ipotesi di lavoro e quelle congetture non erano affatto campate per aria e frutto di 'elucubrazioni' (con buona 'pax  detractorum'): quello dell' archeo-astronomia, della ricerca scientifica basata sullo studio e sul calcolo dell'orientamento degli astri. Oggi abbiamo in tasca, in particolare, i dati scientifici (le rilevazioni empiriche ed oggettive non soggette a contestazioni) elaborati dai giovani del G.R.S. sulle torri nuragiche attraverso le finestrelle del Nuraghe  Gedili di Jerzu, di Serbissi di Osini, di Alvu di Pozzomaggiore e di Santa Barbara di Villanova Truschedu (ma io ora metterei, per dovere, quelli anticipatori di Franco Laner, riguardanti un nuraghe Cheremule e il S.Antine  di Torralba). Dati per i quali si rimanda ovviamente  ai capitoli specifici del volume dei  G.R.S. (4) e del  Laner (5). 
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