Scrive Roald Lilli Vento, a proposito di abusivismo edilizio, protocolli, e ipocrisia

Creato il 22 luglio 2013 da Www.marsala.it @@il_volatore

Gentile Direttore,
amo andare controcorrente e dire ciò che penso senza preoccuparmi più di tanto delle critiche della gente, dei dotti, dei puri e dei casti.

In ordine all’abusivismo realizzato sulle nostre coste e all’incontro che si terrà in Prefettura dove sarà firmato un "Protocollo d´intesa ai fini della demolizione di manufatti abusivi", trovo semplicemente ridicolo che dopo oltre vent'anni dalla realizzazione di queste case (il tutto nell'assoluto silenzio degli organi e degli uffici competenti - il tipico non vedo, non sento, non parlo), oggi ci si renda conto che deturpano l'ambiente e che debbano essere abbattute.
Certo, la legge parla chiaro e va rispettata; ma andava rispettata anche quando il non vedo, non sento, non parlo, veniva dagli uffici tecnici regionali e comunali, dai comandi dei Vigili Urbani, dal Genio Civile, dalla Soprintendenza alle BB.AA, dalle Procure.
In Italia, nel silenzio di tutti, sono sorti interi quartieri non previsti nei piani regolatori; immobili di tre, quattro e più piani (senza servizi, senza rete fognaria) senza che nessuno mai abbia detto abbattiamoli.
Oggi, invece, riscoperto il nostro amore per la natura, per l’ambiente, per le coste, ecco che diventiamo i giustizieri della notte, cercando di restituire la verginità a un territorio che tutti, dico tutti, abbiamo concorso a devastare, con o senza case abusive.
Non è forse degrado vedere le nostre coste imbarbarite dalle alghe putrescenti, senza che nessuno abbia la voglia, il tempo ed anche i soldi per ripulirle?
Non è forse degrado ciò che appare agli occhi di tutti nel percorrere strade dissestate, piene di buchi, pietre e polvere che rappresentano un serio pericolo per la nostra incolumità e la nostra salute?
Non è forse un degrado culturale il solo pensare che abbattute le case abbiamo messo a posto la nostra coscienza?
Dove sono, dove erano gli ambientalisti, i naturalisti, i dotti, i saggi, i casti, quando questi reati venivano compiuti?
Siamo un popolo d’ipocriti, consapevoli della nostra ipocrisia e per ciò convinti che qualcuno debba pagare per questo scempio. Non importa chi e quanti, ma deve pagare.
Ma è proprio così? O come al solito pagano i più deboli, i più indifesi? Non mi risulta, infatti, che sia stata abbattuta una sola casa ad un potente, ma solo a tanta povera gente che pensava, anch’essa, di realizzare il sogno della seconda casa al mare o in campagna.
Non mi va qui di parlare di sanatoria, perché la ritengo poco educativa, ma va cercata e trovata una formula che eviti a tanta gente la tragedia della perdita di una casa, pur se abusiva.
Oggi più che mai abbiamo bisogno che qualcuno ci assicuri un pizzico di serenità e non mi pare che si vada in questa direzione.
La politica e in particolare il PDL, in questi giorni, chiede al Governo una moratoria sui temi etici che secondo loro non sono una priorità per la soluzione della crisi del nostro Paese.
Io chiedo che le istituzioni, tutte, scelgano anch’esse la strada di una moratoria che inviti a riflettere ancora un po’ sull’argomento e poi si vedrà! O forse in questi ultimi venti, trent’ anni e oltre, questo tipo di abusivismo ha determinato tanti e tali sfasci da non poter più attendere?
Intanto, io comincerei con il consapevolizzare gli uffici sul controllo del territorio, addebitando precise responsabilità a quelli inadempienti; così non ci sarà bisogno né di nuova legge, né, tanto meno, di nuova sanatoria.
Oggi, così agendo, stiamo facendo pagare a pochi le colpe di un sistema democristiano vigente negli anni settanta, ottanta del secolo scorso, quando tutto era possibile all’ombra di un potente, sia esso politico, massonico o mafioso.


Roald Lilli Vento