Scrivere bene per lavorare meglio.

Creato il 10 gennaio 2013 da Sdemetz @stedem

Le parole sono come un evento. Le mettiamo in ordine, le scriviamo e le spediamo. Saranno gli altri a viverle, a darle un nuovo senso, a interpretarle. Anche l’evento è qualcosa che  pianifichiamo e offriamo ad altri (gli spettatori, i media, i collaboratori). Saranno loro a dare un senso al nostro lavoro.

 Per questo motivo c’è un libro che dovrebbe stare sempre sulla nostra scrivania: Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada.

Chi lo dice che  solo il capo ufficio stampa deve saper scrivere? Anche noi scriviamo: mail, report, power point, inviti, lettere … Accanto al manuale di project management, di gestione di bilancio e di marketing degli eventi, dovremmo prevedere davvero una guida che ci dica anche come usare le parole al lavoro. Soprattutto oggi che nessuno legge i testi in modo lineare (anche questo ce lo spiega il libro) e catturare l’attenzione del destinatario sembra sempre più un’impresa ardua.

Il libro (215 pagine che si leggono in un soffio)  affronta la scrittura da vari punti di vista. Quelli che mi hanno interessato di più sono:

- la scrittura in rete: come attiro lettori nel mio sito? Come li tengo incollati alla pagina? Come faccio a strutturare il discorso?

- la scrittura nei blog: ci sono anche quelli aziendali, quelli degli eventi, ma che differenza c’è con la scrittura istituzionale?

- la scrittura nelle mail: mamma mia, queste mail che riceviamo – e forse scriviamo – lunghe, pedanti, antiche oppure secche e poco chiare e confuse …

- la scrittura nella corrispondenza: devo dare del tu o del lei? Scrivo gentile o stimato?

- la scrittura nei power point: ci metto tante parole, tante statistiche o tante foto? Che carattere uso?

Sia chiaro, questo non è un manuale di regole. È una guida alla consapevolezza. Anche solo sapere che . una mail è diversa da una lettera cartacea, che un blog è diverso da un sito è importante. Il libro ci insegna a dosare le parole, a scegliere la semplicità, a fare ciò che è fondamentale per avere spettatori, giornalisti che ci leggano, collaboratori che tengano a mente i report, assemblee in cui l’audience non si addormenti davanti a diapositive ostrogote! Farsi capire, farsi amare e non creare inutili e talvolta pericolosi malintesi è fondamentale. Nella vita, come nel lavoro!

La frase che amo di più del libro dice proprio questo e lo dice proprio bene:

“Una volta partite, le nostre parole non ci appartengono più, e possono essere estrapolate, manipolate, archiviate, mandate ad altri.”

Prima del  “clic” di invio dunque, sfogliate questo libro.  E se vi appassiona, come ha appassionato me, alla fine di ogni capitolo troverete una scheda bibliografica che vi permetterà di esplorare altri mondi legati alla scrittura.

Per iniziare potreste visitare il sito e il  blog sul mestiere di scrivere.


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