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Scrivere Breve - I Pascoli del Cielo (J. Steinbeck)

Creato il 13 novembre 2015 da Faustotazzi
Scrivere Breve - I Pascoli del Cielo (J. Steinbeck)
IQuando nel 1776 si costruiva la sede per la Missione Carmelitana dell'Alta California, un gruppo di venti convertiti Indiani abbandonava una notte la religione e le capanne loro. Questo piccolo scisma, oltre a costituire un cattivo precedente, comprometteva il corso dei lavori nelle cave dove veniva preparato l'impasto di argilla per i mattoni. Dopo un breve consiglio delle autorità civili e religiose, una squadra di uomini a cavallo partiva per ricondurre quelle pecorelle smarrite nel seno della Madre Chiesa. Fu un difficile viaggio che i soldati fecero su per la valle del Carmelo ma in capo a una settimana essi trovarono i fuggitivi sul fondo di un erboso canyon per il quale scorreva un torrente, occupati a dormirsela in atteggiamenti di eretico abbandono. Indignati, i militari li afferrarono e senza curarsi delle loro proteste li legarono l'uno all'altro con una lunga catena, poi la colonna prese il cammino del ritorno per dare a quei poveri neofiti l'occasione di pentirsi nelle cave d'argilla.Nel pomeriggio del secondo giorno un giovane cervo passò di volata dinnanzi alla colonna e scomparve dietro un ciglione. Il caporale si staccò per inseguirlo, quando raggiunse la vetta si fermò stupito per lo spettacolo che gli si aprì sotto gli occhi. "Madre di Dio" mormorò, "Questi sono i verdi pascoli del Cielo".
VIII"Di che razza è?" Chiese Tom."E' un cane della razza da un dollaro e mezzo. Si può avere un mucchio di cani di ogni specie per un dollaro e mezzo. Tu, per esempio, vai in drogheria e dici: voglio caramelle assortite per un nichelino. Così io sono andato in bottega e ho detto: datemi un dollaro e mezzo di cani assortiti. Ecco che cane è questo cane".
XIIIl torpedone risale lentamente la valle del fiume Carmelo: passa dinnanzi a orti, a campi di asparagi. Il pomeriggio volge alla fine, il sole cala verso lo sbocco della valle poi corre lungo il crinale di una collina. Il conducente rallenta, porta la macchina sul margine, spegne il motore. I passeggeri scendono, si fermano sull'orlo del pendio, guardano ai loro piedi. L'aria è come una garza d'oro nel sole prossimo al tramonto. La valle è divisa in quadrati di alberi verdi, quadrati di grano biondo e quadrati di nude zolle violacee. Dalle case incastonate nei loro giardini si alza il fumo della sera che subito la brezza disperde. Si odono i campanacci delle mucche, un gregge di pecore si raccoglie sotto una quercia, un cane abbaia così lontano che sembra bisbigli. Questa valle è chiamata Las Pasturas del Cielo, gli abitanti vi coltivano primizie, il nome significa I Pascoli del Cielo. Un signore florido si schiarisce la gola, ha un tono di profezia la sua voce. "Un giorno vi saranno delle grandi case in questa valle, case di pietra e giardini, terreni da golf... uomini che sono stanchi di lavorare in città, che hanno fatto i soldi e vogliono trascorrere in pace il resto della loro vita". Si ferma un momento e fa un piccolo gesto rapace con la mano. "Ssssssh!", gli dice la moglie e lui si guarda colpevole intorno. Il conducente getta a terra il mozzicone della sua sigaretta e lo calpesta. "Andiamo signori", dice "Si riparte."

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