Scrivere ebook: una lezione di Gino Roncaglia sulle narrazioni non lineari

Creato il 17 novembre 2014 da Scrid
Posted on 17 novembre 2014 by Sonia Lombardo in corsi di scrittura, editoria digitale | Leave a comment

Andrea Leonetti di Espertoweb.it, Gino Roncaglia autore del libro “La quarta rivoluzione” e Antonio Tombolini ceo di Simplicissimus Book Farm, si sono confrontati nel contesto di un webinar dal titolo “Realizzare ebook in formato epub”.

La discussione, tutta interessante, lo diventa ancora di più (per noi di Storiacontinua)a partire dal minuto 47, quando Leonetti incalza i suoi ospiti a dibattere sulla totale mancanza di innovazione degli ebook diffusi oggi sul mercato.

“E’ ora che gli autori comincino a pensare i loro ebook in forma digitale. Ancora pochissimi autori conoscono il potenziale espressivo che avrebbero a disposizione sfruttando le caratteristiche specifiche di epub3. C’è un grosso lavoro da fare, non solo sul campo dei produttori di device e degli sviluppatori di software, per garantire una totale leggibilità su ogni dispositivo, ma è necessario anche formare gli autori.

“Non è d’obbligo aggiungere interettività alla narrazione, tutto deve essere funzionale alla struttura narrativa e all’intento del racconto, però avendo a disposizione strumenti e potenzialità espressive che consentono di esplorare delle strade inedite, l’esperienza di lettura offerta dagli ebook oggi è praticamente uguale a quella della lettura su carta.

“Lo status digitale del testo, anche solo testo, consente dei meccanismi inediti per la versione su carta. Ad esempio, le marcature semantiche che possono essere attribuite a delle parti di testo e in base ad esse elaborare il contenuto per produrne di nuovo”.

Insomma è ora che gli autori si decidano a scrivere ebook.

La risposta del Prof. Roncaglia è una vera e propria lezione sullo scrivere digitale:

“La tecnologia della lettura digitale è un’evoluzione del libro su carta, non sono convinto che lo storytelling multimediale sia sostitutivo rispetto allo storytelling scritto. Penso che sia una possibilità in più”.

Per capire bene questo concetto, è importante distinguere tre aspetti fondamentali:

1. L’interattività, che prevede l’intervento del lettore sullo svolgimento della narrazione.

2 La multimedialità, ossia l’integrazione tra testo, suoni, immagini e video.

3 L’ipertestualità, intesa come non linearità della narrazione.

Le prime narrazioni ipertestuali erano fatte usando soltanto le parole. Analogamente, contenuti multimediali possono essere orgnanizzati in manera assolutamente lineare.

Uno dei motivi per cui le prime costruzioni non sempre funzionavano è anche perché si è pensato che la multimedialità implicasse automaticamente l’abbandono di strutture lineari, mentre non è necessariamente così. C’è un lavoro da fare per impadronirsi degli stili comunicativi della multimedialità.

Dobbiamo imparare a passare bene dal testo al multimedia, cosa che non è facile: con il cambiamento di codice comunicativo cambia moltissimo il modo di leggere e quindi non possiamo limitarci a schiaffare lì un video o un audio e pensare che automaticamente diventi una parte della narrazione; questi devono essere inglobati nella struttura narrativa e non solo nella superficie del testo.

Gli enhanced book, come in conclusione fa notare Tombolini, non sono soltanto quelli arricchiti di contenuti diversi e complementari al testo.

“Io autore posso entrare in contatto diretto con i lettori in un contesto che è il libro stesso (social reading). Questo significa che il digitale pur rimanendo ad un livello di contenuto, si arricchisce di strati, che possono essere i commenti al testo o notizie riprese dalla Rete, contestuali a ciò di cui si parla nel libro”.

In conclusione, scrivere per il digitale significa costruire intorno al libro attività e servizi.


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