Dentro di me c’è sempre stato il desiderio di scrivere. Questo però è sempre rimasto inespresso, salvo alcuni exploit in cui mi “costringevo” a scrivere qualcosa, qualsiasi cosa. Idealmente avrei voluto scrivere un romanzo. Ciò che ne risultava era sempre banale e ridicolo ai miei occhi e di volta in volta cancellavo tutto ciò che avevo prodotto. Un giorno capii che ciò che scrivevo era banale perché io volevo necessariamente scrivere di qualcosa che effettivamente non apparteneva alla mia fantasia. Così piuttosto che scrivere chiedendo uno sforzo alla mia immaginazione cominciai prima a fantasticare e poi a scrivere. Ne venne fuori una fiaba e, bella o brutta che fu, fu comunque rivelatrice: era ciò che mi piaceva scrivere e finalmente dopo anni il mio desiderio di scrivere trovò un canale di sfogo.
Sull’onda di questo ritrovato entusiasmo decido di aprire un blog su cui riportare le mie storie, ma mi imbatto nel più grande dei problemi: poche letture e nessun feedback.
Perdo l’entusiasmo soprattutto riflettendo sul fatto che: qual è il bambino o il genitore che oggi si dedica alla LETTURA delle fiabe? Sicuramente pochi!
Oggi c’è la tv, ci sono i tablet e come si fa a convincere un bambino che è molto più bello leggere un libro piuttosto che vedere un cartone animato?
Sul mio blog io scrivo le mie fiabe. Fiabe che idealmente immagino essere lette ai bambini la sera prima di andare a dormire. Alle volte è proprio questo pensiero che ispira la mia scrittura: immagino un bambino che si appresta ad addormentarsi, il cui bisogno è quello di sapere che tutto va bene, che come si suol dire può dormire “sogni tranquilli”. E quale miglior mezzo per trasmettere questo messaggio se non una fiaba? Le fiabe hanno sempre un lieto fine ed è proprio questa certezza che garantisce ai più piccoli la consapevolezza che tutto andrà bene. In fondo spesso anche noi grandi avremmo bisogno di sentirci dire lo stesso messaggio e proprio per questo motivo il momento della lettura di una fiaba a un bambino può essere utile non solo al più piccolo, ma anche al genitore che può ritrovare un momento di spensieratezza e di disillusione infantile.
Forte dei miei studi di psicologia so che le fiabe hanno un ruolo importantissimo nello sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. La lettura in tenera età, anche attraverso i soli libri illustrati, aiuta a sviluppare meglio il linguaggio e stimola la fantasia. Certe storie aiutano a elaborare i vissuti emotivi che il bambino vive in modo amplificato e le fiabe hanno anche un ruolo nel trasmettere gli stereotipi e i pregiudizi che il bambino farà poi propri.
A proposito di stereotipi, se ci pensate le classiche fiabe, quelle con cui siamo cresciuti sono piuttosto maschiliste e riflettono l’opinione dell’epoca in cui sono state scritte. Pensate a tutte le fiabe in cui le protagoniste sono delle principesse, Biancaneve, Cenerentola, La Bella Addormentata, tutte propongono un prototipo femminile in cui l’unico desiderio, l’unico motivo di esistere è quello della ricerca del principe azzurro. Non importa studiare, non importa coltivare le proprie passioni, l’importante è trovare questo benedetto principe e sposarsi. E che dire di storie come quella del Brutto Anatroccolo dove il messaggio di fondo è che se sei diverso devi essere allontanato e che ognuno deve stare con la propria “specie”?
Oggi le fiabe sono cambiate, propongono situazioni più veritiere e sicuramente un’immagine femminile più emancipata.
Le fiabe sono anche utili per comunicare ai bambini dei messaggi, attraverso il linguaggio che in queste viene utilizzato e, attraverso i ruoli che si ripropongono nelle diverse storie, i bambini hanno modo di conoscere la realtà e imparare a strutturare le proprie conoscenze, ad esempio ciò che è bene e ciò che è male.
In generale così come i libri sono cibo per le menti adulte allo stesso modo lo sono per le menti dei più piccoli.
Alla luce di questo, la mia allora diventa una sfida.
Sottolineare l’importanza di questo genere letterario, far sì che i bambini re-imparino il piacere della lettura e dell’ascolto di fiabe e per quanto riguarda me stessa, scrivere, scrivere e scrivere!
Consigli agli aspiranti scrittori di fiabe
Per chi volesse cimentarsi nello scrivere fiabe do due grandi consigli:
1) scegliete il vostro messaggio
2) sfruttate il c’era una volta
Tutte le fiabe hanno una morale quindi un aiuto per voi potrebbe essere quello di partire dal messaggio che vorreste trasmettere e su quella base creare la vostra fiaba. In questo modo partirete già con un obiettivo preciso e questo vi servirà da bussola per orientare la vostra fantasia.
Sfruttate il “C’era una volta”! Sono solo tre paroline, ma il loro potere è magico. Poter utilizzare questo incipit non è cosa da poco perché aiuta a superare il famigerato “blocco dello scrittore”. Sembrerà assurdo, ma per quanto mi riguarda il fatto di vedere scritte quelle tre parole mi rassicura mi rende consapevole del fatto che ho iniziato, che ho “messo la prima pietra” e che adesso posso andare avanti perché ho una “base” su cui poter contare. Il “C’era una volta” è come se fosse un ingresso al mondo della nostra fantasia, ci catapulta in un’altra dimensione ed è come se ci dicesse: «Ecco, ora ti è consentito essere te stesso, sei qui dove tutto è permesso, coraggio!».
LaCantafiabe
L'AUTORE DI QUESTO GUEST POST 24 anni, quasi Psicologa, anti-sportiva, siciliana. Non amo le autodescrizioni, preferisco sempre che siano gli altri a descrivermi.
Mi piace fotografare i volti della gente soprattutto nei momenti più emozionanti, secondo me sono quelli i momenti che vale più la pena ricordare.
Mi piace leggere ed ascoltare gli altri, trovo che dedicarsi all’ascolto di chi ha bisogno di essere ascoltato sia un fantastico modo di spendere il proprio tempo.
Il mio Blog: La Canta Fiabe
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