Secondo me, occorre riscoprire il proprio bambino interiore e osservare ciò che si sta scrivendo attraverso quel particolare sguardo di meraviglia e incanto, senza soffermarsi troppo, però, ma lasciandosi trasportare.
È necessario coinvolgere il lettore, permettendogli di immedesimarsi, di vivere la storia insieme ai protagonisti.
Alle volte i giovani hanno una sensibilità e una consapevolezza di gran lunga superiore a quella di un adulto e, a mio avviso, riescono a percepire se tra le righe di un libro vi è stato messo il cuore.
- Come si sceglie una particolare tematica?
Nella frenesia dei nostri giorni, si rischia alle volte di dimenticare l'essenzialità dei sentimenti, quelli veri, vissuti in prima persona e non solo attraverso uno schermo.
Ho sempre reputato di massima importanza sentimenti come l'amore e l'amicizia che, quando sono sinceri, forniscono una forza immensa. Layra, la protagonista della trilogia "La Principessa degli Elfi" da me scritta, deve affrontare momenti e situazioni terribili, ma riesce a non perdere mai la speranza e a rialzarsi ogni volta che cade, grazie alle persone che tengono a lei. Anche quando è sola, non lo è mai veramente, perché ha trovato affetti sinceri.
È proprio quando la situazione si fa disperata che la potenza dei sentimenti positivi si concretizza: è facile essere forti, buoni e coraggiosi finché tutto va bene. È "eroico" esserlo quando le cose vanno male.
- Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?
Non credo di aver riscontrato particolari difficoltà. Quando scrivo sono sempre quanto più spontanea possibile, tenendo però sempre bene a mente ciò che mi piacerebbe leggere. Potrebbe sembrare una contraddizione, ma in effetti non lo è: per quanto mi riguarda, sono tanto scrittrice quanto lettrice.
- Perché scegliere di scrivere proprio per i giovani?
Devo dire che probabilmente la mia scelta è stata in parte condizionata dal fatto che, quando ho iniziato a scrivere, appartenevo anch'io ai giovani (avevo tredici anni) e quindi mi è sembrato naturale rivolgermi a un pubblico a me vicino per età.
Oggi, penso di poter dire che il termine "giovani" sia molto relativo, non è l'età anagrafica a determinare necessariamente i gusti di un lettore. Ho deciso di attenermi a un target definibile giovanile per permettere ai miei lettori di sognare ad occhi aperti e liberare la propria fantasia, qualsiasi sia la loro età.