Sopravvivere, sfuggire alle trappole resistendo. Ogni finestra e ogni porta sono un simbolo. La prova del restare se stessi dentro quattro muri di una cantina umida per molti anni con la catena al collo.
Prove iniziatiche di determinazione.
I fogli volano per la stanza, il mostro dagli occhi rossi soffia sull'inchiostro per spegnerlo, non farti distogliere, non farti distogliere dal veleno degli impazienti.
Si scrive quando l'ombra non pesa più contro la schiena; dopo aver seppellito a doppia mandata i vampiri.
Si scrive dopo e mentre, dopo aver vissuto, si vivrà, fra le righe della mattina, non farti distogliere dalla vita non farti distogliere ma fecondare in ogni radioso filo d'erba dei capelli e del pensiero, fai morire qualsiasi impressione, scrivine, falla restare viva, buttala dietro la spalla destra, come il sale grosso.
La solitudine cercata e non inseguita, poi subìta, più tardi desiderata.
Infilarsi in una bolla d'aria inventata dai romanzi, dal cinema e da un'idea di fondo incrollabile come una spada e restare lì, sapendo di avere ragione: fai parte degli ultimi di un sogno che sta andando a male, ma altrove esiste ancora.
Partiremo e ci dimenticheremo di questa terra svuotata di radici.
Una mongolfiera rossa e verde.
Una fila di frassini.
Un arco perfetto riempito di cielo nuovo.