Incontriamo Antonio Dini, giornalista, saggista e autore dell’ebook “Scrivere con iPad, guida alle App, alle tecniche e agli accessori”.
L’idea nasce da una provocazione: ho sentito dire molto spesso che il tablet di Apple è un ottimo strumento per consumare contenuti ma non per produrli e ho pensato fosse il caso di fare una piccola indagine per capire se le cose stanno davvero così. Visto che la mia esperienza professionale è legata alla scrittura, ho pensato che le app di questo tipo fossero il segmento con il quale confrontarsi. Inoltre, scrivere su un apparecchio privo di una tastiera fisica è una sfida ancora più estrema che non utilizzarlo per fare musica o per montare video ed elaborare foto. Da questa provocazione è nato il resto del libro.
Cosa potrebbero trovare di utile e interessante gli scrittori/romanzieri leggendo “Scrivere per iPad”?
Innanzitutto una carrellata di app e di modi di scrivere (linguaggi, tecniche, modalità) che potrebbero essere interessanti soprattutto per quelli che non utilizzano i tablet e hanno invece voglia di scoprire cose nuove.
Poi, potrebbero scoprire che si possono fare cose che con altri strumenti non sono possibili: penso ad esempio alla possibilità di inserire delle scritte “a penna” utilizzando uno stilo capacitivo e una app apposita che restituisce il piacere di scrivere a mano.
Infine, potrebbero essere incuriositi dal modo di lavorare di altri scrittori: penso che il termine “scrivere” sia declinabile solo al plurale e, in questo senso, esistano tanti tipi e modi diversi di scrittura. Scoprire che con app differenti si possono praticare meglio alcuni tipi di scrittura piuttosto che altri potrebbe essere di stimolo a sperimentare e cercare nuove strade. La creatività fiorisce di più quando è stimolata e sfidata.
Come sta cambiando secondo te la scrittura con i dispositivi mobili?
Potremmo scrivere ovunque, prendere appunti, elaborare pensieri, migliorare la qualità della nostra prosa (o della nostra poesia, se quello è il genere che preferiamo praticare). Invece spesso e volentieri i dispositivi mobili diventano dei costosi scacciapensieri, per navigare il muro di Facebook e fare qualche giochino da 99 centesimi. È un vero peccato!
La tecnologia sta avendo un’influenza positiva o negativa sulla scrittura e sul linguaggio?
La tecnologia sta avendo un’influenza. Che sia positiva o negativa è un giudizio di merito che è assolutamente relativo e non può essere reso assoluto. Anche la tecnologia dei graffiti preistorici ha avuto un impatto clamoroso sul linguaggio, e poi l’invenzione della scrittura, i pittogrammi, gli ideogrammi, gli alfabeti, i codici miniati, la stampa a caratteri mobili. Oggi abbiamo la possibilità di produrre tantissima scrittura soprattutto perché l’alfabetizzazione è diventata sempre più comune perlomeno nei paesi industrializzati.
Il linguaggio cambia e si arricchisce sempre, definendo la forma della tecnologia più che venendone definito: gli sms sono stati “scoperti” dagli utenti perché erano pensati come sistema di comunicazione di servizio delle reti cellulari, così come i social media di Internet, particolarmente quelli come Facebook e Twitter, sono stati modellati più dagli utenti che non dalla tecnologia sottostante. Adesso è la volta di nuovi apparecchi che sono sempre accesi, sempre con noi, sempre connessi, sempre consapevoli di dove si trovano.
Sul mio diario elettronico si aggiungono automaticamente la temperatura, il meteo e il luogo dove mi trovo quando scrivo, oltre alla possibilità di mettere il numero di passi che ho fatto in quella giornata sino a quel momento. È una influenza enorme, la mia capacità di scrivere e il mio linguaggio sono radicalmente trasformati da tutto questo, eppure non saprei dire se è un bene o un male neanche per me stesso.
Ci sono mille modi diversi con i quali si può praticare l’arte della scrittura. E per ciascuno di essi c’è un’app, o quasi.
“Scrivere con iPad” è disponibile su iBooks Store, compatibile (per adesso) con iPad e OS X Mavericks.
Tra un po’ anche con iPhone e poi con i Kindle