Fino a poco tempo fa non avevo avuto mai occasione di scrivere scene particolarmente movimentate per i miei romanzi. Da una parte potrei dire che la trama non lo prevedeva, dall’altra per essere totalmente onesta le ho sempre evitate, perché le scene d’azione non sono affatto facili da scrivere.
Nella storia che ho in corso però mi sono trovata nella necessità di descrivere un paio di situazioni che mi hanno mandato in crisi e che non potevo evitare perché erano parte importante della trama. Nella prima scena il protagonista maschile viene aggredito alle spalle, nella seconda la protagonista femminile è vittima di un lungo inseguimento che termina con un incidente automobilistico. Due scene che si sono rivelate una bella sfida, per quanto non si trattasse di niente di oggettivamente complicato (c'è sicuramente di peggio!).
Ho cominciato a scrivere la prima situazione e quando l’ho terminata nel giro di una paginetta, mi sono sentita frustrata e delusa, perché era asettica e poco coinvolgente.
La difficoltà principale di questo tipo di scene infatti è proprio trascinare il lettore dentro gli avvenimenti, far vivere a chi legge le stesse sensazioni (fisiche e psichiche) dei protagonisti. Al contrario è molto facile scivolare nei cliché, far muovere i personaggi a scatti o cavarsela con poche righe insignificanti e fredde.
E’ in questo tipo di scrittura più “drammatica”, secondo me, che davvero si vede la bravura descrittiva e le capacità di un autore di creare empatia.
Credo che per gli scrittori alle prime armi sia molto forte la tentazione di saltare queste scene balzando a “quando tutto è già accaduto” o limitandosi a farne un resoconto stringato. E’ invece importante capire che le scene drammatiche e movimentate hanno un ruolo importante in una storia. Anche se non scriviamo thriller e aborriamo nel modo più assoluto la violenza (come me), ci potrà capitare di dover inserire momenti in cui i nostri personaggi corrono qualche pericolo. Anche se queste situazioni non coincidono con il climax (ma di solito è proprio lì che si collocano) non gioverà al romanzo ridurle al minimo. Chi legge vuole vivere in pieno tutto quello che riguarda il protagonista e sottovalutando tali scene lo priviamo di questo piacere.
Analizzare scene simili in altri romanzi
Per risolvere il problema delle due scene da scrivere mi sono messa a cercare qualche suggerimentoin rete e nei vari manuali di scrittura, trovando molto poco. Gli unici consigli di un certo peso sono quelli di Brian Garfield che potete leggere per esempio nel blog I Mille Mondi, interessanti, ma che non mi hanno illuminato come speravo.
Ho deciso così di mettermi a “studiare” con attenzione alcune scene d’azione in alcuni romanzi che avevo sottomano, per capire come gli autori le trattano. Questa analisi è stata molto utile e la consiglio a tutti.
Fare un riassunto preliminare
Prima di gettarci subito nella scrittura, è anche utile preparare prima un riassunto di quello che intendiamo mettere nella scena. Un piccolo racconto con parole semplici di cosa accade, dei contenuti della scena per averne un quadro generale. A me è servito sia per chiarirmi come si doveva svolgere, sia come traccia per la narrazione vera e propria.
Preparare la scena
Fondamentale per la riuscita della nostra scena drammatica è una buona preparazione, cioè la narrazione di "ciò che viene prima". Se vogliamo che una certa situazione risulti credibile e coinvolgente, non la si può inserire senza creare le condizioni che la scatenano, senza costruire delle premesse valide.
Personalmente non capisco i film (per fare un esempio) che iniziano con una scena d’azione tout court, la trovo noiosa perché non conosco i personaggi, non so perché succede quel che succede, perché dunque dovrei interessarmene? Allo stesso modo non va bene collocare una scena d’azione senza un minimo di suspense, di tensione preliminare.
Usare una scrittura sensoriale
Nelle scene d'azione sono fondamentali la gestualità, i movimenti, ciò che i personaggi fanno o subiscono. Sono questi i punti su cui concentrarci, e per farlo può essere d'aiuto utilizzare una scrittura il più sensoriale possibile, raffigurando in parole non solo ciò che si vede, ma anche i suoni, gli odori, le sensazioni tattili ed eventualmente i sapori. Le sensazioni fisiche che provano i personaggi coinvolti nella scena sono importanti, ma non dimentichiamoci di parlare anche di pensieri, emozioni, intenzioni, speranze e paure.
Focalizzarsi sui dettagli
Per rendere meno generiche le descrizioni e più vivide le immagini occorre usare la lente d’ingrandimento: i particolari aiutano sempre a rendere partecipi i lettori, anche in altre situazioni, ma in una scena movimentata sono davvero essenziali.
I dettagli sono utili anche per creare una certa atmosfera. Nel caso delle mie scene ne ho usate molte, come i tacchi che scivolano sulla strada bagnata, il rumore della pioggia che impedisce di farsi sentire, e così via.
Dobbiamo però fare attenzione anche a ciò che mettiamo a fuoco: l'attenzione si deve concentrare sulla scena principale, sui protagonisti, sarebbe davvero ridicolo mettersi a raccontare cosa c'è in sottofondo. E' un po' come visualizzare un'immagine in cui lo sfondo è sfocato perché insignificante, mentre ci soffermiamo a osservare ciò che è in primo piano.
Creare empatia
Il fine che ci proponiamo è quello di far sì che chi legge sia portato a stare in ansia per le sorti del personaggio, non è così? Per scrivere in modo che il lettore si identifichi con il personaggio che vive una certa situazione, dobbiamo noi per primi immedesimarci in lui. Usare un punto di vista personale è la cosa migliore da fare in questi casi, mostrando cosa prova chi vive la scena. A questo proposito descrivere cosa sta acadendo come se vedessimo una scena su uno schermo (la scena di un film, insomma) non va bene: non è sufficiente a scatenare la tensione e il sentirsi partecipe. Scrittura e film sono due cose diverse più che mai in queste circostanze. Va considerato che in tv e al cinema vediamo una scena dall'esterno, mentre nella narrativa è meglio usare un punto di vista più interno.
Chiarezza descrittiva
E’ davvero spiacevole quando stiamo leggendo un certo brano di un romanzo e siamo costretti a tornare indietro a rileggere perché non abbiamo capito bene cosa è accaduto. Vi è mai capitato?
A questo proposito, evitiamo di usare frasi contorte, meglio rendere in modo lineare cosa sta succedendo, passo dopo passo. Inoltre, i cambiamenti repentini di situazioni confondono, la transizione da un momento all'altro deve essere graduale.
Usare il rallentatore
Cercare di rallentare il tempo è un'altra tecnica utile per le scene d'azione. Al contrario di quanto si possa pensare, per dare l’idea di momenti frenetici e concitati bisogna procedere non in modo frettoloso nella descrizione di ciò che succede, ma al contrario con lentezza, con minuziosità.
Se ci sono dei dialoghi, invece, secondo me è meglio tenere un ritmo più serrato, senza interruzioni e troppe frasi di attribuzione.
Dopo un po' di ricerche e lavoro, alla fine sono riuscita a scrivere le due scene e sono abbastanza soddisfatta del risultato, almeno per quanto posso esserlo per una prima bozza non revisionata.
E a voi è mai capitato di scrivere scene d'azione? Come ve la cavate?
Anima di carta