Scrivi di ciò che conosci. La regola più fraintesa di sempre

Creato il 28 gennaio 2013 da Nicola Nicodemo

Scrivi di ciò che conosci: è una delle prime regole che gli aspiranti scrittori imparano. Se molti credono che sia questa la chiave per una scrittura personale e spontanea, altri evidenziano come il genere fantascientifico è affini si basino per la maggior parte su congetture che vanno oltre le proprie conoscenze, e giustificano con ciò che la regola non vale in tutti i casi.
Il dibattito nasce, probabilmente, da un'interpretazione diversa della regola.
Analizziamo le cinque parole letteralmente. Scrivi di ciò che conosci. A prima vista questa frase sembrerebbe screditare ogni tentativo di scrittura fantastica, che implica elementi sovrannaturali o fantascientifici. Come possiamo scrivere di magia, poteri sovrannaturali e creature mostruose, se non ne abbiamo esperienza? Già a questo punto potremmo contestare la regola, dicendo che non bisogna necessariamente scrivere di ciò che conosci. Ma andiamo avanti.
Allo stesso modo, non si deve prendere troppo alla lettera questo consiglio, anche quando ci riferiamo alle esperienze "reali" dei nostri personaggi o alle ambientazioni.
La cosa davvero importante affinché il lettore provi le sensazioni che i caratteri stanno vivendo è rendere realistica e verosimile la narrazione. Un paio di esempi. Il tuo protagonista passeggia sotto la pioggia. Non descrivere solo il rumore della pioggia. Pensa a quando tu stesso ti trovavi sotto la pioggia e descrivi ciò che provavi allora. Se il tuo personaggio prova senso di colpa per qualcosa che ha fatto, non limitarti a dire che si sentiva in colpa. Descrivi la nausea, la paura, sintomi del senso di colpa.
Scrivi di ciò che conosci non vuol dire che bisogna scrivere solo nell'ambito in cui si vive o si lavora. Significa piuttosto fare attenzione a ciò che ci circonda, anche ai più piccoli dettagli, perché ogni esperienza può essere utile a descrivere una particolare emozione o stato d'animo. I personaggi delle nostre storie, che siano vampiri, fantasmi, serial killer o vittime di guerra, al di là di ogni nozione che può essere appresa dopo attente ricerche, rispecchiano un po' di quello che siamo noi. E come conoscere noi stessi, se non vivendo ogni sfumatura delle nostre esperienze? Voi come interpretate la regola "scrivi ciò che conosci"? E come influenza la vostra scrittura?


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