Scrivimi ancora, di Cecelia Ahern, è il romanzo rosa per eccellenza, di quelli dove i due protagonisti si rincorrono tra mille disavventure prima di incoronare il loro amore… solo che in questo caso le disavventure sono la vita, nulla di così sconvolgente o incredibile, ma la vita così come ognuno di noi è impegnato a viverla.
Un aspetto in particolare del romanzo mi ha stupita piacevolmente, lo stile. Le 290 pagine non si susseguono come una normale narrazione, ma riportano i bigliettini, le lettere, le email, chat, forum, dei protagonisti. Messaggi, tantissimi messaggi, ironici, disperati, impauriti, rassegnati, colmi d’amore o di indifferente sopportazione. Lettere non solo dei due protagonisti, Rosie e Alex, ma di chiunque intercetti la loro esistenza.
Rosie e Alex si incontrano e si adorano fin da bambini, si fanno sospendere più o meno ogni anno scolastico, crescono assieme, sognano un futuro radioso. Alex vuole fare il cardiochirurgo, e ci riesce, Rosie la direttrice d’albergo. Per Rosie la strada della maturità è un tantino più complicata: rimane incinta di Katie a diciassette anni. Per sbaglio. Non era minimamente innamorata del ragazzo che in preda agli ormoni ha contribuito.
I due ragazzi abitano a Dublino, ma a sedici anni Alex segue la famiglia in America, da allora i due ragazzi, e poi adulti, si scrivono, si amano, vivono , si odiano, litigano. Ogni tanto si incontrano di persona, ovvio, per matrimoni e funerali.
Alex si sposa un paio di volte, Rosie una. Finali tragici in tutti i casi.
Ma alla fine… l’amore trionfa.
Fra qualche anno, quando sarò diventata famosa, tu probabilmente dirai: “Rosie: ecco un nome che non sentivo da secoli. Una volta eravamo grandi amici. Chissà che cosa starà facendo, ora; sono anni che non la vedo e che non so più niente di lei!” Sembrerà di sentire mia madre e mio padre che, durante le cene con i loro amici, parlano dei tempi andati. Nel rievocare i momenti più significativi della loro vita, nominano persone di cui io non ho mai sentito parlare. Com’è possibile che oggi mia madre non dia più nemmeno un colpo di telefono alla sua damigella d’onore di vent’anni fa? E quanto a mio padre, com’è possibile che non sappia dove abiti il suo più caro compagno di scuola?
In conclusione, io sono di questa opinione (lo so, lo so, ce n’è una sola): non voglio essere una di quelle persone che finiscono nel dimenticatoio; una persona che un tempo era tanto importante, tanto speciale, tanto influente e tanto considerata, e che anni dopo diventa un volto indistinto, un lontano ricordo. Voglio che rimaniamo migliori amici per sempre, Alex.
Non originale ma ben costruito, non mi stupisce la scelta di farne un film, a tratti è molto divertente e il personaggio di Rosie davvero conquista, Alex un po’ meno… forse si tratta di solidarietà femminile.
Simpatico, lo consiglio, un ottimo romanzo di fine estate.
Scrivimi ancora, di Cecelia Ahern, Bur, 2006