La scuola di paura inizia il suo viaggio
Driiiiin! Al suono di una campanella comune, inizia la prima lezione-attività del nostro corso sulla paura. Com’è buona norma, mi presento: mi chiamo Stefano, e non ho altro merito per stare qui che non sia quello di aver aderito al Piccolo Festival della Letteratura di Bassano. Piacere!
So che molti di voi si sono iscritti qui alla cieca. E hanno fatto benissimo! Infatti si tratta di un breve percorso che ci permetterà di conoscerci meglio e di riflettere assieme sul tema della paura.
Che cosa faremo, concretamente?
Io e Michele, l’altro insegnante, vi proporremo delle attività qui sul blog; voi avrete qualche giorno di tempo per completarle e rispondere con le vostre riflessioni.Purtroppo per oggi niente appello: non abbiamo ancora l’elenco definitivo dei partecipanti.
S’inizia.
Pensate al termine “paura”. Assaporatelo. Ditelo, se potete, a voce alta (non se siete in ufficio). Ditelo più volte, assaggiatelo come una bella ciliegia matura. Ora pensate ad una parola simile. Un sinonimo, per così dire. Ma sappiate che nella lingua italiana esistono pochissimi termini che sono veramente sinonimi, cioè che hanno lo stesso significato. È più comune che abbiano un significato simile, contiguo, ma non identico.
La vostra attività è solo questa: scrivere qui sotto un sinonimo del termine “paura”. E provare a fare una frase che dimostri che non si può sempre utilizzare al posto della nostra parola. Avete tempo un giorno, dopo di che, se non avrete risposto, sarete condannati a fare il riassunto scritto del Tg4 di Fede per tutta la vita. Inoltre, egli in persona vi chiederà l'amicizia su Facebook.