Vi aspettiamo domenica 20 giugno a Bassano del Grappa: "Per una grammatica della paura".
Mentre i pargoli e le pargole più a scuola non vanno e attendono febbrili l’esito degli scrutini, noi continuiamo il nostro breve cammino di riflessione sulle tematiche della paura.
Nella prima lezione ciascuno di noi ha scelto un termine “sinonimo” e ha provato ad esplorarlo, facendo anche dei piccoli esperimenti; qualcuno ha fatto lo sborooooone e ha prodotto un crogiolo di termini. E ora vedremo come fa!
Per questa lezione, infatti, vi chiediamo di riprendere in mano il vostro termine; ditevelo ad altra voce, assaggiatelo e assaporatelo, prima delicatamente e poi con forza. E ora provate a classificarlo, secondo una traccia proposta ma che potete modificare a piacere.
a) Si tratta di una paura interna o esterna? Si tratta cioè di una sensazione che scaturisce dentro il soggetto oppure che deriva da elementi esterni?b) Si tratta di una paura oggettiva o soggettiva? Ovvero: ritenete che questa paura sia reale, verificabile, quantificabile, oppure mentale, inconsistente, forse persino fasulla?c) Infine: si tratta di una paura singola, che coinvolge l’individuo da solo, o collettiva, che riguarda il gruppo e le sue relazioni?
A voi l’analisi, che ci servirà per domenica.
Chi fa male i suoi compiti riceverà a casa un quadretto a trittico con le foto dell’ascella di Morgan e dei due insegnanti, autografata da Bruno Vespa; chi fa troppo il secchione riceverà Bruno Vespa. Buon lavoro!