Buon 2013!!!!
Quale modo migliore per iniziare il nuovo anno con un articolo?
Qualche tempo fa ho avuto modo di osservare la scrittura di un’adolescente che sta frequentando quello che alla “nostra epoca” era conosciuta come Scuola Magistrale. Le ho domandato come mai scrivesse in quel modo e la sua risposta è stata: “perché la nostra insegnante di italiano vuole che scriviamo in questo modo e se ci dimentichiamo di fare la stanghetta della O ci abbassa un voto”. Che tipo di scrittura aveva? La scrittura che in grafologia è definita “calligrafica”. La calligrafica è quel tipo di scrittura che rispecchia e si presenta come “riproduzione della grafia scolastica”.
Ora, nulla a togliere a quel concetto per cui tutti gli adolescenti che scelgono di frequentare la scuola magistrale, saranno i nostri potenziali maestri – maestre, ma dal punto di vista “grafologico” e ancora di più dal punto di vista di “personalizzazione” della scrittura, è una richiesta lecita, ma costrittiva. Questa richiesta da parte dell’insegnante, con tutto il rispetto che provo nei confronti degli insegnanti che hanno a che fare col mondo degli adolescenti, fatica annessa, la trovo una richiesta che non dà la possibilità all’adolescente di esprimersi come è, o come vorrebbe essere, attraverso la scrittura. Immaginate la fatica che ognuno di noi compie nel momento in cui anziché scrivere “a modo proprio” è costretto a scrivere come chiedono gli altri, con il peso che se alcune lettere non sono forgiate nel modo opportuno, un 7 diventa un 6 (esagerato!). Immaginate la fatica che si può fare nel momento in cui dobbiamo “imitare” una scrittura che non ci appartiene (ne sanno qualcosa i falsari!!).
Mettiamola ancora meglio: immaginate se tutti noi dovessimo tornare a scrivere come ci hanno insegnato alle elementari: fare le M e le N ad arco, la P con la stanghetta, la B con l’occhiolino in alto, la O con l’asticella (ed è una delle prime cose che, nella personalizzazione della scrittura, scompare!). Non c’è dubbio che siamo talmente tanto diversi l’uno dall’altra che anche tornare a scrivere come alle elementari, sarebbero comunque presenti delle personalizzazioni, ma è altrettanto vero che, se la fase dell’adolescenza è una fase necessaria affinchè l’adolescente piano piano diventi un adulto, una persona che anziché conformarsi al “gruppo”, tipico dell’adolescente, emerga per le sue personali caratteristiche, e che questa crescita sia collegata anche alla personalizzazione e alla diversificazione della scrittura, si ritrovi a dover scrivere in un certo modo andando ad incidere su quelle che sono le nostre naturali inclinazioni! E immaginate che l’unico “momento” in cui l’adolescente ha la possibilità di “studiare” ed esprimere se stesso sia racchiuso nella firma, nella personalizzazione dell’iniziale del nome, nell’elaborazione del proprio nome come elemento unico che lo possa rappresentare al meglio e possa rappresentare se stesso in quel momento e/o periodo!
E non dimentichiamoci che la crescita di un bambino, come ci insegna la Scala di Ajuriaguerra, è proprio la capacità dello stesso a distaccarsi da quelli che sono definiti items infantili ossia la “personalizzazione” della scrittura. Ognuno di noi, nel momento in cui riesce a far proprio un insegnamento, che sia pittura o la scrittura, quasi “obbligatoriamente” personalizza ciò che ha imparato. Picasso, prima di creare quel meraviglioso quadro che è la Guernica, ha studiato l’anatomia umana e da quella base, ha poi avuto modo di “giocare” con la rappresentazione del corpo umano! Prima di guidare con una mano sul cambio e l’altra sul volante, tutti siamo andati a scuola guida e abbiamo imparato a mettere le mani sul volante alle 10 e 10 ecc ecc. Prima di “sgommare” in partenza (beati i gommisti!!) con la nostra bella autovettura, abbiamo dovuto imparare a partire “lasciando lentamente la frizione” (sennò col cavolo che il veicolo si muove!!). Prima di andare a personalizzare la nostra scrittura, abbiamo dovuto imparare a scrivere e farci una bella base solida e poi siamo stati in grado di “giocare” con la nostra scrittura.
Se partiamo da tutti questi concetti, onestamente vi confesso che un po’ mi dispiace di questo “rigore” al 2013 (appena nato!)
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