Scusi per Bologna dove si va?

Creato il 14 agosto 2010 da Silvanascricci @silvanascricci

foto:flickr

L’altro giorno ho chiesto a un vigile: “Scusi per Bologna?”

Ero in prossimità di Porta San Vitale. Ma potevo essere a Cuneo o a Latina.

Strade irriconoscibili, sensi cambiati, semafori spariti. Non sapevo dov’ero.

Ma forse stavo sognando, in preda ad una crisi di sete, di fame e di polvere.

Con la rivoluzione epocale del Civis e dei lavori in corso in genere (ci sono altri duecentocinquanta cantieri aperti se ci fate caso) siamo a Kabul.

Anzi tra Kabul e Bagdad, nel senso che veniamo bombardati, sfollati, evacuati, e forse anche spernacchiati.

Un labirinto di Alice che però ha poco di disneyano. Se ti perdi sei fritto.

Io ho tentato l’altro giorno di raggiungere da via Murri il ponte di via Libia e mi sono ritrovata a Russi.

Ma può succedere.

Dici: vado in stazione, o faccio via Massarenti e ti ritrovi a Lugo o a Bagnacavallo come ridere.

Non si riesce ad uscire dalla città perchè un Doctor No (quello di 007, quello della Spectre, ma qui poi è solo un tizio che dice sempre di no, che non si può fare niente) ci sta controllando da una serie di monitor, lisciando il gatto sulle ginocchia con la sua mano dal guanto nero lucido.

Siete in trappola, bolognesi.

E sorride mentre le formichine zigzagano impazzite per uscire o entrare in città.

Cevenini, vestito da James Bond, ci ha provato ma è stato catturato all’alba ed ora il Doctor No gli sta facendo vedere tutta la sua collezione di rettili prima di ucciderlo, gettandolo in una vasca con diecimila piranha.

Non si sa chi sia di preciso questo Doctor No. Nè per chi lavora.

Ma se è per quello se ne sa pochissimo anche del Civis.

Pochi hanno capito che è un autobus. Altri che è su gomma. Altri che è una metropolitana all’aperto. Altri che è uno aperto alla metropolitana. Altri che è un gran spaccamaroni.

Ma sono tutte illazioni vaghe e confuse.

I vecchi si ritrovano agli angoli delle strade e si lanciano in ricordi suggestivi.

“At arcordet via Irnerio?”. “At arcordet quando si andava in via Murri?”

E qualcuno versa una lacrima.

Si spargono nel frattempo voci inquietanti sul percorso del Civis che dopo aver travolto l’arco storico di via Aldrovandi, starebbe marciando verso la libreria Feltrinelli.

Passerebbe lì di fianco alle casse e poi uscirebbe da dietro per poi inglobare via Altabella; qualcuno dice che passerà anche in casa della signora Tarozzi che sta in via Indipendenza, la quale signora Tarozzi sta già guardando con sospetto alcuni di quei plasticoni bianchi e rossi in camera da letto e nel bagno.

I plasticoni bianchi e rossi, che chiameremo per comodità “cazzulli” (i coni, quelli piccoli, “cazzilli”), sono le pedine della scacchiera del Doctor No.

Ne mette giù a migliaia per le strade cambiando sensi di marcia, ostruendo passaggi, deviando corsi stradali e della vita.

Bologna ne è invasa.

Il bianco muove e vince in tre mosse.

Scacco a via Indipendenza e scacco alla Cirenaica.

Qualcuno dice che con il Civis si va da San Lazzaro in Stazione in un attimo.

Altri che ribattono che con le deviazioni, oggi, da via Irnerio fra cazzulli e cazzilli ci si ritrova, dopo due ore di smadonnate, a Funo.

Mai la città è stata così viva di novità, colpi di scena, cambi di programma, festosi rumori di martelli pneumatici; non ci sono attimi di pace e di stanca nè se vai a piedi, in macchina o con l’autobus.

Dicevano che eravamo assopiti.

Adesso altro che. Siamo sveglissimi.

Siamo già in piedi alle 7 del mattino e i pensionati commentano garruli in Piazza Maggiore.

Uno, l’altra mattina, diceva ad un collega: “Speran che porti dei benefici ste lavurir què…sennò alla fen ai fan un cul axè a qui’ dal Civis!”.

Ma i due sono stati subito intercettati e fermati. Alcuni operai arrivati velocemente sul posto li hanno transennati, gli hanno montato attorno un impalcatura, l’hanno incartata con la solita plastica bucherellata rossa e hanno fissato con un cartello la fine dei lavori per il 2014.


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