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“Se ascolti Burzum sei nazista”: gli Hungry Like Rakovitz vittime dei sillogismi del nuovo millennio

Creato il 21 agosto 2014 da Cicciorusso
gli Hungry Like Rakovitz mandano giustamente affanculo il collettivo femminista mangiapatate

gli Hungry Like Rakovitz mandano giustamente affanculo il collettivo mangiapatate

La notizia è di qualche giorno fa, ma dato il periodo estivo non abbiamo potuto darne notizia subitanea; però rimediamo subito: ricordate gli Hungry Like Rakovitz, di cui aveva parlato qui e qui il mai troppo compianto Nunzio Lamonaca? Gli è successa una cosa curiosa, sulla quale hanno rilasciato un comunicato che riporteremo qui in versione non integrale:

Durante il nostro ultimo tour dello scorso giugno ci è stato impedito di suonare a Berlino. Dopo mesi dalla conferma della data, il promoter ci ha contattato, dieci giorni prima della nostra partenza per il tour, per cancellare lo show, dicendo che il “collettivo” che gestisce queste date ci considera neonazisti per via della nostra cover di Burzum, “Stemmen Fra Taarnet”, compresa nello split 7” con gli O, stampato nel 2011. […]
Noi siamo una band apolitica, non promuoviamo nessun messaggio di tipo politico/religioso. Se dovessimo prendere in considerazione l’orientamento politico/religioso di ogni singolo artista molto probabilmente non ascolteremmo più musica.
Per farvi capire lo spessore etico/morale delle persone che ci hanno boicottato sappiate che oltre ad accusarci di essere neonazisti ci hanno dato dei sessisti per aver collaborato (per la coproduzione di HolymosH) con un etichetta francese di nome Show Me Your Tits, etichetta che non ha nessuna colpa se non quella di aver scelto questo moniker dal chiaro intento goliardico e non sessista.
I ragazzi del “collettivo” di Berlino hanno inoltre detto di ripudiare qualsiasi tipo di discriminazione ma, almeno nei nostri confronti, si son dimostrati discriminatori in tutto e per tutto, senza averci mai dato possibilità di spiegare la nostra posizione o di poter discutere di questa cosa.
[…]
Oltre al danno procuratoci cancellando uno degli show di punta del nostro tour per futili motivi, il “collettivo” ci ha invitato a dissociarci dal progetto musicale Burzum. In tutta risposta, visto che nemmeno conosciamo queste persone (con le quali non abbiamo mai avuto neanche il piacere di parlare), abbiamo deciso di dissociarci da loro.

Capito no? In pratica gli Hungry Like Rakovitz hanno avuto la sfortuna di incappare in una truppa di mentecatti col cervello scheggiato che, convinti di essere dei paladini in difesa della democrazia e della Verità ben custodita nelle proprie tasche, hanno di fatto censurato una band impedendole di suonare. Chiaramente gli HLR non sono nazisti né sessisti, ma questo penso sia ovvio per tutti tranne per chi abbia subito un lavaggio del cervello a forza di collettivi femministi i cui volantini hanno gli aggettivi che finiscono con l’asterisco. Tipo car* amic* e compagn*, oggi la presidenta del collettivo interverrà etc. Poi le idee politiche sono tutte meritevoli di rispetto, intendiamoci, ma i coglionazzi che abusano della libertà d’opinione non mancano mai e questa volta gli Hungry Like Rakovitz ci sono capitati incolpevolmente in bocca.

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Che poi questi hanno accusato di nazismo e sessismo una band che era stata incensata da Nunzio Lamonaca, che è un po’ come accusare di machismo e omofobia il gruppo preferito di Vladimir Luxuria. Questa gentaglia meriterebbe di essere mandata collettivamente in Cina a spalare rifiuti radioattivi in una risaia infestata dalle sanguisughe, amici cari. Comprendo che in Germania abbiano una particolare sensibilità sull’argomento ma ciò non giustifica queste manifestazioni isteriche, specie quando ad andarci di mezzo sono quattro persone a cui non solo è stato impedito di suonare ma che si sono ritrovate col marchio della bestia addosso manco fossero i nazisti dell’Illinois sorpresi a infibulare le proprie mogli. Ma io spero che fra cinquant’anni ci si ricorderà di questa gente come oggi ci si ricorda della Società della Terra Piatta e che gli Hungry Like Rakovitz saranno ancora vivi, scalcianti e pronti a suonare sulle macerie dei loro sordidi circoletti di ritrovo. Sempre viva il conte Burzum. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)

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