Se Batman è più efficace di Tolstoj

Da Marcofre

Questa è la realtà: Batman è più efficace di Tolstoj. Che cosa voglio dire?
Niente di troppo complicato, sul serio. Solo che la grande narrazione, al giorno d’oggi, non la fa più la narrativa, ma il cinema soprattutto, e pure la televisione. Lev Tolstoj è e resterà un grande anche per questo secolo (quello seguente non saprei dire), ma da almeno mezzo secolo è… marginale. E per un motivo tanto semplice quanto banale. Scommetto che lo sai anche tu, te ne sei reso conto da un pezzo.
Come dici? Non ne hai idea? E allora continua a leggere…

Se giochi da solo, vinci!

Ecco svelato l’arcano. La narrativa nell’Ottocento non aveva alcuna concorrenza. Niente radio, cinema, televisione, Internet: niente di niente. Quindi usciva “Anna Karenina” e si parlava di quello. La crema della società ne discuteva nei salotti, a teatro, durante la cena, o magari bevendo il tè dal samovar. Insomma, diventava un caso. Attenzione: un simile romanzo si imponeva per le sue qualità, si capisce.
Poi… Il mondo ha continuato a girare. È arrivata la radio, poi il cinema, la televisione soprattutto, infine Internet. Le persone hanno cominciato a frequentare in massa la scuola dell’obbligo, per fortuna. E lentamente la narrativa è stata spostata ai margini. Adesso se desidero che “certi argomenti” arrivino alle persone, devo per forza passare attraverso o il cinema, oppure la televisione. Come? C’è anche Internet? Lo so bene.
Ti ricordi quando qualche anno fa si diceva che i blog avrebbero seppellito i giornali, la televisione? Molti giornali sono andati all’altro mondo, e la televisione generalista è in crisi: ma la catastrofe è stata rimandata, e un discreto numero di blogger è finito a lavorare con giornali e televisioni. Non saprei dire quindi se Internet (o meglio: l’ebook) riuscirà a ridare smalto alla narrativa. Se riuscirà nell’impresa titanica di riportarla un po’ al centro. A questo proposito ho parecchi dubbi.

Guantanamo e Joker

Se prendo il film “Batman – Il cavaliere oscuro” con Joker, che ci trovo? Durante l’interrogatorio mi rendo conto che abbiamo un’interessante analisi di quello che è successo a Guantanamo e dintorni, dopo l’11 settembre. Vale a dire: al di là della retorica, dei discorsi, i diritti sono evocati e applicati (più o meno) quando tutto marcia a dovere.
Quando si verificano eventi eccezionali, mostruosi, si congelano. Ci si appella a essi, ma solo per abitudine. In realtà si usano le maniere forti, i metodi spicci, e si fa finta di non vedere quello che accade, intuendo comunque cosa succede dietro certe porte d’acciaio…
La legge della giungla prende quindi il posto della legge della giungla politicamente corretta.
Questa narrazione è adesso affidata al cinema.
Come dici? Che ci sono un sacco di libri che parlano di 11 settembre e via discorrendo? Ma si capisce. È ovvio, e probabilmente lo fanno molto bene.
Il punto è che sono ai margini della narrazione ufficiale, e possono sperare di diventare centrali solo se… il cinema, oppure la televisione, si accorge di loro.

Non è Ribot, è un triciclo


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