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Se dico radici dico storie, di Gian Luca Favetto (Laterza). Intervento di Nunzio Festa

Creato il 08 settembre 2011 da Stefanodonno
Se dico radici dico storie, di Gian Luca Favetto (Laterza). Intervento di Nunzio Festa

La memoria del poeta e scrittore Gian Luca Favetto invita ad ascoltare le storie, i racconti, le narrazioni. Ad ascoltare. Perché per sostenere le tesi di “Se dico radici dico storie”, che non è un saggio ma appunto un racconto di racconti, un'opera descrittiva ma allo stesso tempo analitica, Favetto ricorre a dover addirittura riferire tutta la sua formazione culturale e famigliare, ovvero origini e cultura. Incontri, libri, film. Passioni; si potrebbe persino dire che il piemontese Gian Luca Favetto, nato effettivamente come da un viaggio fuori dal mondo, oppone al culto dell'identità il rispetto delle radici. Quelle radici, spigherà l'autore, formate dal mare d'incontri e dunque di vite. “Parte dal Vietnam, dove ha radici il suo albero genealogico, e ci porta nella campagna piemontese, a Venezia, a Benares, a Madrid, in Giappone, per farci conoscere le persone che, anche con un solo sguardo, hanno cambiato il corso della sua vita”. Uno sforzo autobiografico, s'oserà dire, che serve a portare sul piatto d'un nuovo passaggio di storie, storie e racconti dati da altri o ricordati dallo stesso scrittore. G. L. Favetto, quindi, riesce con il suo narrare che dipana su fogli una lista di pezzi estratti dalle memorie personali, e con una scrittura edificata tassello per tassello sulle sensazioni stesse estratta dall'oceano del passato, a farci sentire che la cosa più importante da tenere nella menti è che è quanto mai obbligatorio catturare vicende personali ovvero le vicende esposte dagli altri. Dunque il frutto del vero ascolto, associato al vedere per esempio dello scrittore che di questo s'alimenta giornalmente, dà nuova linfa all'esistente. Il discorso argomentato con dovizia di particolari, come s'usa dire, è il discorso d'un Favetto che s'è innamorato imprescindibilmente alle storie altrui tanto da riferire che le radici d'ognuno, allora arriveremo con calma al popolo, sono fiumi che scendono nelle radici d'altre persone.

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