C’è una vetrina, in Largo della Crocetta, a Milano, vestita di eleganti abiti per bambini. Sul pavimento in legno, sdraiato per terra, è stato messo un vecchio quaderno di scuola: è l’anno 1979, recita la data in alto a destra, quando ancora bisognava cambiare le cartucce e la maestra aveva sempre ragione.
Alle mie spalle il mondo cammina in fretta, non alza lo sguardo e fatica a sorridere. Io ho tutto il tempo che decido di avere.
Mi avvicino ancora un po’, incollo gli occhi al vetro e leggo: “Tema in classe: mi descrivo”. Il vuoto della pagina bianca è riempito di blu in una catena di lettere e parole tonde, chiare e ordinate che dicono “Sono Giuseppe, ho otto anni e sono molto fortunato perché ho una famiglia che mi vuole davvero bene”.
Sì, Giuseppe, sei molto fortunato: hai già scoperto uno dei pochi segreti della felicità.
Ti prego, quando sarai grande, non dimenticarlo come fanno gli altri grandi che dimenticano tutto.