La sua dannazione: innamorarsi della figlia dell'uomo che si vuole morto. Abbandonare quella donna, annegare nel senso di colpa, infine ritrovarla.
Devo a Felice Pozzo (Il Corsaro Nero, Franco Angeli, coautori Pino Boero e Walter Fochesato), grande studioso del grande Emilio, la possibilità di ritornare allo straordinario epilogo di tutta questa storia, che non è solo di cappa e spada.
Una notte dei tropici, la luna che proietta raggi azzurri, l'aria tiepida e profumata.
Lui la prende per mano dicendo 'Bisogna che veda il mare' poi le cinge la vita e si incamminano.
Pensare che per il Corsaro Nero il mare finora è stata la tomba dei fratelli per cui ha giurato vendetta. Luccica quel mare, come se riflettesse le anime dei morti ammazzati.
Il giorno dopo i compagni del Corsaro troveranno sulla sabbia la spada del Corsaro. A riva manca una scialuppa.
Se ne sono andati, in silenzio. Il mare non è più vendetta, è libertà. Possibilità di ricominciare.