Se il dibattito in Fabbrica è proprietà privata.

Creato il 20 aprile 2012 da Cristiana

Mi sfugge il motivo per cui la Camusso non vuole che la Fornero, in qualità di Ministro del Lavoro, vada in una fabbrica a parlare con i lavoratori della Riforma del Lavoro.

Proprio, davvero, mi sfugge nel modo più assoluto.

Anzi mi sarei aspettata un:vengo anche io, molto più provocatorio.

Mi sfugge anche che questa scelta sia definita supponente, visto che per me è tutto il contrario. Trovo supponente e sintomo di enorme debolezza dire che questa visita sia inopportuna.

Il territorio di dibattito dentro le fabbriche appartiene ai lavoratori, perché le menti ed il pensiero appartengono solo ed esclusivamente all’individuo. Motivo per cui detesto chi si piazza davanti alle porte per impedire a chi vuole lavorare di farlo. Questo sì che è un principio fondamentale di democrazia. Non appartiene al datore di lavoro perché quell’ambito non gli compete perché chi dà lavoro non governa il pensiero di chi lavora. Ma questo deve valere anche per il sindacato. Altrimenti diventa una contesa di un bene non contendibile: la libertà di pensiero. I lavoratori sono cittadini (e ci sarebbe da aprire un dibattito sull’articolo 1 della nostra Costituzione per approfondire il valore identitario di cittadinanza e lavoro) ed hanno il diritto, anche nella sede di lavoro, di riunirsi in assemblee sindacali tanto quanto di ascoltare un ministro. A meno che non li si giudichi così cretini da bersi qualsiasi cosa. Non andranno mica indottrinati gli operai.

Forse, solo ascoltati davvero.

No?