Prima ero combattuta tra leggi da applicare, conteggi da fare, gente da accontentare, progetti da seguire, poi all'improvviso la tua vita si riduce alle 4 P: “Pannolino – Poppata – Passeggiata – Pisolino” in loop continuato.
Stop.
La tua vita all'improvviso si riduce a questo, e io me ne sono resa conto giusto quando mi sono trovata a raccontare con enfasi all'Amoremio l'evento più eccitante della mia giornata: Emma che fa la cacca. Tanto per confermare una tesi, insomma. La vita di una neo-mamma è limitata anche negli argomenti da trattare, si sfiora la pazzia.
E lui invece mi raccontava i preparativi per una riunione, per un progetto da presentare, gente da incontrare, eventi da organizzare.
All'improvviso mi sono sentita ferma al palo, mentre la vita continuava a scorrermi accanto ed il mondo si fosse dimenticato di me. Come se fossi ferma ad aspettare un autobus che non passa mai. Eccomi qui, inchiodata a fare la mamma a tempo pieno, con una creaturina tra le braccia che dipende da me in tutto, che non sa come esprimersi e che non so capire davvero.
Avrà fame?
Avrà sonno?
Oddio, non l'ho ancora messa nel lettino!
Piange, oddio piange.
Le faranno male le orecchie?
O è la pancia?
Datemi un traduttore, per la miseria. E dire che nel mio lavoro ero brava, ma chi me l'ha fatto fare di impelagarmi in una cosa così che, diciamolo, non fa per me? Non sono capace, dai, via.
Ed ecco che una strana sensazione si è impossessata di me, come se la vita continuasse a scorrere senza di me, come se non fossi così importante e basilare come credevo. Come se questo non fosse solo un periodo transitorio della vita, ma il mio destino.
Mi sono sentita soffocare, quasi vittima di un'ingiustizia.
Sola.
Sopratutto sola.
Ma poi mia figlia inizia a piangere e corro a vedere che c'è, se è scoppiata l'Apocalisse zombie o cos'altro. Niente, la prendo in braccio, le rimetto il ciuccio (Santo subito l'inventore del ciuccio!) e lei si riaddormenta abbracciata a me. Le scivola il ciuccio dalla bocca, rimanendo in bilico tra le sue labbra ed il mio petto.
Ride, la porcellina.