Se il mondo rimpicciolisce

Da Luca.sempre @lucasempre_

© Wolfgang Volz, 2013 Christo

_

(stazione #due - questo post è il secondo della serie “Cosa c’entra Michelangelo con la nuova Fantascienza?”)

Scommetto che non te lo sei mai chiesto… vero?

Cosa accade quando un mondo rimpicciolisce, intendo dire. 

Beh… per questo ci sono io. Prima però di scoprirlo insieme, immagino tu voglia capire – innanzitutto – perchè un pianeta debba restringersi da un giorno all’altro.

Prendi ad esempio il nostro, di mondo.

Senti forse la necessità di strizzarlo, stenderlo al sole, e aspettare che si asciughi?

Io no. E scommetto neanche tu. Però potrebbe accadere. In un futuro lontano lontano o vicino vicino non ci è dato saperlo. Però potrebbe accadere.

In che modo? Secondo quale processo o diavoleria?

Beh… prima di iniziare a scoprire le carte in tavola – dato che questa serie di articoli, come sai, è dedicata allo [spazio] e a una nuova tendenza che si sta facendo largo nella letteratura e nel cinema di fantascienza - è opportuno fare una doverosa premessa e mettere alcuni puntini sulle I.

La premessa che sto per farti è in realtà uno scontro senza precedenti, molto simile a quello che nel 1974 si consumò sul ring di Kinshasa (nell’allora Zaire).

Sto parlando della sfida di pugilato passata alla storia come la [Rumble in the Jungle] – letteralmente “La Rissa nella Giungla” – sfida per il titolo di campione del mondo dei pesi massimi che vide scontrarsi a suon di cazzottoni George Foreman e Muhammad Ali, con vittoria per K.O. tecnico all’ottava ripresa da parte del buon Ali.

Visto che siamo in pieno clima di Campeonato Do Mundo, e visto che a rispolverare il ricordo della Rumble in the Jungle del ’74 è stata proprio la stampa inglese presentando il match fra Inghilterra e Italia (sappiamo tutti com’è finita), anch’io faccio mia la metafora della “rissa nella giungla” e ti presento uno scontro che ormai da decenni imperversa tanto in letteratura quanto nelle sale cinematografiche.

Ad affrontarsi però stavolta non saranno due squadre di calcio o due pugili professionisti ma due generi da sempre in eterna disputa tra loro, entrambi appartenenti al macro-genere del Fantastico.

Sfidante alla vostra sinistra: Mister “Fantascienza”.

Sfidante alla vostra destra: Mister “Fantasy”.

E che la rissa nella giungla abbia inizio.

_

# Fantascienza versus Fantasy

Cercando il termine “fantascienza” su Wikipedia (che d’accordo… non sarà la Treccani, ma almeno è gratis) viene fuori:

La fantascienza ha come tema fondamentale l’impatto di una scienza e/o una tecnologia – attuale o immaginaria – sulla società e sull’individuo.

I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più frequentemente, nel futuro.

Cercando invece il termine “fantasy” esce:

Fantasy (termine mutuato dalla lingua inglese) è un genere letterario sviluppatosi dalla seconda metà del XIX secolo, i cui elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l’immaginazione, l’allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale.

In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica.

Quale genere, la fantasy viene di volta in volta associata o contrapposta agli altri sottogeneri della letteratura fantastica, ossia fantascienza e horror.

Contrapponendo questi due generi potremmo dunque affermare che una storia fantasy - a differenza di un’opera di fantascienza - è una storia in cui un vero presupposto scientifico non esiste e, a dirla tutta, non si sente neanche la necessità d’introdurlo.

Pertanto non c’è bisogno di attribuire una pseudo-spiegazione scientifica agli elementi fantastici da sempre presenti nelle opere fantasy.

Il mondo creato da Tolkien non ha alcuna base scientifica, e neanche si preoccupa di averla.

    • Esiste in quanto mito e allegoria.
    • Esiste in quanto “altro” universo parallelo (multiverso).
    • Esiste e basta.

Guerre Stellari e Star Trek portano in seno, invece, alcuni presupposti scientifici.

È infatti plausibile ipotizzare che in futuro lontano lontano l’umanità possa essere in grado di costruire astronavi che esplorino lo [spazio] in lungo e in largo (vedi Star Trek), o che da qualche parte dell’universo – magari in una galassia vicina vicina – esistano civiltà e mondi che non hanno nulla a che vedere con gli esseri umani e il nostro (amato?) pianeta.

È plausibile. È ragionevole. Ma non è detto che poi in un futuro questo accada davvero.

Potremmo quindi affermare che:

    • “Fantasy” è tutto ciò che non potrà mai accadere (se non nella fantasia dello scrittore).
    • “Fantascientifico” è tutto ciò che potrebbe (sottolineo il “potrebbe”) ragionevolmente accadere in un futuro prossimo.

Corretta come distinzione? Secondo me non del tutto.

E sai perchè? Perchè sarebbe comunque riduttiva.

Molte opere letterarie che nel corso della storia sono state attribuite al filone della fantascienza hanno poi visto crollare i presupposti scientifici su cui erano poggiate proprio perchè ciò che a noi sembra oggi possibile (o ragionevole) non è detto che poi lo sia davvero quando quel futuro immaginato si concretizzerà.

Forse gli elfi sono più veri di alcuni mondi e alcune navicelle (vedi la celeberrima Morte Nera in Guerre Stellari) spesso raccontati in libri e film di fantascienza.

Solo che noi non riusciamo a vederli. Tutto qui.

Ora però voglio farti due domande.

_

# Due domande per te

Domanda N°1:

È plausibile secondo te immaginare – in un ipotetico futuro – un Pianeta Terra devastato da un qualche esperimento scientifico finito in tragedia? Dunque un mondo post-apocalittico?

Risposta: ovvio che sì. Letteratura e cinema hanno sempre attinto a piene mani da un certo filone post-apocalittico.

Pensiamo a pellicole come Mad Max, ambientate in una sorta di mondo primitivo evoluto, o a film come Underworld in cui l’umanità è costretta a vivere in mezzo agli oceani dopo che le acque hanno inghiottito le terre emerse.

_

Shot from Mad Max

_

Del resto anche noi, trent’anni fa, siamo andati vicini vicini all’apocalisse. Ricordi il disastro nucleare di Chernobyl?

Bene. In questi casi parliamo pur sempre di opere di fantascienza, perchè appunto abbiamo a che fare con nuovi mondi e nuovi ordinamenti sociali a loro volta generati dall’impatto disastroso di una scienza e/o una tecnologia sul pianeta Terra.

Che poi questa tecnologia distruttiva sia reale o immaginaria non ci interessa affatto. Sempre di fantascienza si tratta. Basta il presupposto.

Domanda N°2:

I mondi “post-apocalisse” sono comunque credibili (recano cioè in sè delle fondamenta scientifiche “ragionevoli”) oppure talvolta non lo sono affatto, obbedendo quindi alla pura fantasia?

Risposta: se parliamo di fantascienza, potrebbero non essere credibili. Se invece consideriamo questi mondi alla stregua della Terra di Mezzo di Tolkien la questione non ci interessa più perchè un mondo fantasy è – per sua natura – un universo che esiste solo nella fantasia del suo creatore e pertanto non è necessario che obbedisca a un qualche presupposto scientifico.

Quindi, ricapitolando: potremmo ipotizzare un mondo fantasy (del tutto inventato e senza alcuna spiegazione razionale) che però sia stato generato da un esperimento scientifico plausibile. Bene: in questo caso parleremmo allora di opera Fantasy o di Fantascienza? 

Beh… difficile dirlo, non credi?

Ma forse non è così importante. Che si tratti di un mondo fantasy o di un mondo fantascientifico, la cosa interessante è capire in che modo la Nuova Fantascienza si stia (consapevolmente?) allontanando dagli stereotipi ormai triti e ritriti legati agli universi simil-Guerre Stellari per abbracciare mondi forse meno “fantasiosi” di quelli tolkeniani ma non meno affascinanti e, talvolta, certamente più credibili.

La cosa che davvero ci interessa è capire cosa sia questa Nuova Fantascienza di cui parlavo nel primo articolo di questa serie.

E per farlo, necessariamente, ci dobbiamo scontrare con qualche presupposto scientifico. Plausibile o immaginario che sia.  

_

# La nuova fantascienza (densità + frontiera)

Immagina un’umanità costretta a vivere in un mondo post-apocalittico a seguito di un esperimento scientifico finito in tragedia. Parliamo in questo caso di fantascienza.

Immagina ora un’umanità costretta a vivere in un mondo che esiste “da sempre” in un altro universo (tipo la Terra di Mezzo di Tolkien) – un mondo di cui non si conosce l’origine ma che a sua volta è regolato da un certo numero di presupposti scientifici plausibili (al contrario invece di Tolkien, in cui la magia la fa spesso da padrone).

Ecco. In entrami i casi parleremo di opere più vicine alla fantascienza che al fantasy.

Cos’è dunque che accomuna questi mondi, se parliamo di “nuova fantascienza”?

Semplice: un nuovo concetto di [spazio]

Non più uno spazio potenzialmente illimitato da attraversare a bordo di una navicella intergalattica ma uno spazio ben definito – con [con-torni] e [con-fini] assolutamente precisi e invalicabili – all’interno del quale (per sua sfortuna) il genere umano è costretto a vivere.

Immagina questo pianeta e i sette miliardi di persone che lo abitano.

Fatto?

Bene. Ora rimpiccioliscilo sempre di più, lasciando però intatta la popolazione mondiale.

_

Pella Passage 2005 | James Turrell

_

Cosa accadrebbe?

    • Aumenterebbe di colpo la [densità] della popolazione, e il problema del sovraffollamento diventerebbe una questione vitale oltrechè impellente. In altre parole, saremmo molto meno [diluiti] e molto più [densi].
    • Dovremmo imparare a razionalizzare al massimo le risorse a nostra disposizione, molto meglio di quanto non venga fatto oggi.
    • Ci ritroveremmo a dover sottostare a nuove leggi – spesso ai confini della legalità e della stessa democrazia – emanate dai governi per far fronte all’improvviso “restringimento” del pianeta Terra. In altre parole, dovremmo imparare a gestire una nuova forma di convivenza sociale fra popoli all’interno di una situazione potenzialmente esplosiva.

Quando perciò lo spazio da [il-limitato] si fa [limitato], quando le [frontiere] si restringono e la [densità] della popolazione aumenta drasticamente, ecco allora che ci troviamo di fronte a nuovi mondi regolati da nuove leggi. In altre parole: nuova fantascienza.

Del resto, le regole che governano un universo potenzialmente infinito non sono valide per un universo finito e sovrappopolato.

Ogni universo/mondo avrà dunque il suo sistema economico, sociale, politico e legislativo. 

_

# Il futuro è il (tuo) spazio

Nei prossimi articoli ti spiegherò in che modo un universo/mondo possa rimpicciolirsi, e per farlo partirò proprio da alcune opere (letterarie e cinematografiche) che hanno a che fare con questo nuovo “approccio” alla fantascienza e al concetto di [spazio].

Libri e film terribilmente affascinanti e, al tempo stesso, mai così crudeli.

Lo so. Dovrai aspettare l’articolo successivo per comprendere un po’ meglio la questione. Soprattutto dovrai arrivare alla fine della serie per capire che diavolo c’entra Michelangelo con tutto questo. Pazienta ancora un po’… ok?

Nel frattempo magari puoi dirmi se sei più Mister Fantasy o Mister Fantascienza.

Io, dal canto mio, sono decisamente più sul Fantastico. Strano, eh?

Tag:Cinema, Fantascienza, Fantastico, Fantasy, guerre stellari, Letteratura, Mad Max, Rumble in the Jungle, Spazio, Tolkien


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :