” Se il nipote viene educato male, cosa deve fare la nonna?”

Da Virginia Less

Le virgolette sono d’obbligo: la domanda l’ha posta ieri una visitatrice del blog. Non avevo intenzione di ricavarne un articolo, perché ne ho parlato più volte, abbracciando la tesi accreditata che l’educazione dei bambini spetta ai genitori. Per quanto immaturi, poco efficaci, con le idee confuse – salvo casi “patologici”, che richiedono interventi tecnici - nessuno deve surrogarli. Neppure la nonna più saggia e meglio intenzionata.

Però il quesito ha continuato a riaffacciarsi e mi sembra doveroso almeno analizzarlo un po’, proponendo qualche riflessione.  Ipotesi I -  Attribuiamo il giudizio a una  nonna che trova poco consoni alla buona educazione i comportamenti di questo nipote. E doveroso metterlo cartesianamente in dubbio, almeno in linea di principio: come purtroppo si constata, le suocere sono spesso  maldisposte. Gli occasionali capricci e le banali impuntature del bambino vengono da lei enfatizzate  per criticare la nuora, ingiustamente ritenuta un’educatrice incapace.

Ipotesi II -  Il nipote, anche a giudizio degli educatori e altri familiari, è davvero maleducato. La nonna (accantoniamo  la suocera, la responsabilità potrebbe anche essere paterna…)  se ne dispiace   e  preoccupa . Vorrebbe fare qualcosa! Esiste la possibilità di intervenire in modo corretto e non invasivo per ridurre il danno? Naturalmente è  difficile  dirlo in astratto,  Ma insomma, se gli errori educativi di papà e/o mamma sono grossolani e palesi, si potrebbe con prudenza almeno verificare la concordanza della parentela che più frequenta il piccolo e  promuovere  un’azione comune. Se tra i nonni delle due famiglie c’è una buona intesa, le pacate osservazioni sui comportamenti fastidiosi del nipote potrebbero far riflettere i genitori.

Ipotesi III – Si tratta di un “conflitto ideologico” . Ovvero i genitori adottano criteri educativi che la nonna  non condivide, perché reputa giusti quelli del suo tempo. Puericultura e pedagogia non sono, lo sappiamo, delle scienze esatte. Direi, semplificando alla grossa, che hanno alternato fasi rigoriste ad altre più permissive, anche se alcuni principi rimangono più o meno costanti. Un esempio noto è la gestione dell’allattamento, sottoposto a orari per la mia generazione e liberalizzato in seguito. Quanto ai più grandicelli, è ritornata in auge una ragionevole autorevolezza (Bollea e altri studiosi), accompagnata tuttavia dall’attenzione e dal rispetto delle caretteristiche e degli interessi del bambino.  La nonna non deve interferire…


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