Se ha fatto bene il proprio mestiere, i suoi allievi gli resteranno dentro. Li ricorderà sempre, uno per uno, simili a tamburini che, in certe stagioni, hanno dettato il ritmo sulla grancassa della sua esistenza. E loro non potranno dimenticarsi di lui.
Lo conserveranno nella memoria come una controfigura del padre: l'atleta incaricato di compiere un'azione rischiosa al posto del protagonista. Dire di no infatti non suscita consenso, ma è talvolta più necessario che elargire il sì.
Oggi i ragazzi sono lasciati nel vuoto dialettico, privi di ostacoli da superare. I loro insegnanti restano gli unici ormai a doverli richiamare ai valori della serietà. del rigore e della concentrazione in una società che punta sulla bellezza, sulla sanità e sulla ricchezza.
Due solitudini lancinanti.
(Eraldo Affinati, Elogio del ripetente, Mondadori)