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Se la classe politica dà l’esempio e diventa l’unico baluardo della libertà di stampa. Sulla marcia di Parigi e sulla diatriba interna dei giornalisti Al Jazeera.

Creato il 11 gennaio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
320px-Voltaire_dictionarydi Rina Brundu. “Difendere la libertà di espressione di fronte all’oppressione è una cosa; insistere sul diritto di essere riprovevole e offensivo solo perché si può è infantile. Punzecchiare gli estremisti non è atto coraggioso quando il mondo con cui lo si fa é modalità che offende milioni di persone moderate. All’interno di un clima dove la risposta violenta – che è illegittima – è un rischio reale, prendere prese di posizione testarde su un principio che nessuno contesta è inutile”.

Quella appena riportata è la chiusura dell’ormai funesta email agli “impiegati” giornalisti, del direttore e produttore del canale in lingua inglese Al Jazeera, Salah-Aldeen Khadr. Un’email per sua sfortuna circolata esternamente e che ha scatenato una forta diatriba tra i suoi “dipendenti” arabi e quelli europei. NON SONO CHARLIE è il pericolosissimo messaggio che (mostrando notevole confusione nella personale interpretazione del concetto di libertà di stampa), ha cercato di far passare il direttore: insomma, la libertà di stampa verrebbe dopo il rispetto di questo o quell’altro dogma religioso. Il mito e il rito prima del diritto civile.

Francamente – per mero rispetto del retaggio culturale – non posso biasimarlo troppo, ad un tempo però che nessuno, da oggi in poi, venga a dirmi che Al Jazeera è network libero o che sia canale che esprime, nelle nostre lingue indoeuropee, un modello condivisio di giornalismo. Questo non può essere! D’altro canto se la posizione del direttore Salah-Aldeen Khadr si può “giustificare”, continuano a sorprendere le posizioni di numerosi giornalisti, fumettisti, opinionisti – anche nostrani – che fanno passare messaggi davvero preoccupanti per la stessa sopravvivenza della libertà di stampa e dei nostri basilari diritti di esseri liberi.

É paradossale ma questo straordinario atto terroristico che rimarrà nella memoria privata e condivisa e nei libri di storia dei posteri, ha visto la classe politica (basti pensare all’odierna marcia di Parigi e a come i rappresentanti dei popoli europei abbiano marciato compatti insieme) fare miglior figura dei giornalisti e dei rappresentanti della cosiddetta stampa libera, diventare quasi un baluardo invalicabile contro chi minaccia i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali; apparentemente mai dimenticando che se noi oggi siamo Charlie, ieri, oggi, domani, noi eravamo, siamo e saremo sempre Giordano Bruno e Voltaire! Senza se e senza ma.

Chapeau!

Feature image, Voltaire at 70; engraving from 1843 edition of his Philosophical Dictionary

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